Lo Stato-mafia alla sbarra: inizia il processo sulla trattativa

Palermo. “Visto l’art. 429 c.p.p. il giudice dispone il rinvio a giudizio di: Bagarella Leoluca Biagio, Brusca Giovanni, Ciancimino Massimo, Cinà Antonino, De Donno Giuseppe, Dell’Utri Marcello, Mancino Nicola, Mori Mario, Riina Salvatore, Subranni Antonio, per i reati a loro rispettivamente ascritti nella richiesta di rinvio a giudizio di cui in epigrafe, indicando per la comparizione dei predetti l’udienza del giorno 27 maggio 2013, che si svolgerà alle ore 9.30 davanti alla sezione seconda della Corte di Assise del Tribunale di Palermo, aula B1 Complesso Pagliarelli”. Manca qualche minuto all’una quando il gup Piergiorgio Morosini legge il decreto di rinvio a giudizio nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia. In un istante tutta la tensione accumulata fino a quel momento si stempera nell’aria della piccola aula della II sezione penale della Corte di Assise. Unico imputato presente: Massimo Ciancimino.

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Elezioni politiche 2013: l’anagramma di un Paese ferito

“Sa qual è l’anagramma di Antonio Ingroia? ‘Ora ti inganno’. Ingroia era davvero la figura più inquietante di queste elezioni, pensi che voleva fare una legge per arrestare gli evasori fiscali. Ma si rende conto? Qui, andiamo tutti in galera!”. Le parole di Marcello Dell’Utri racchiudono la quintessenza del Dna che appartiene a buona parte del popolo italiano. L’ex magistrato che aveva in mente di fare una legge per arrestare gli evasori fiscali rappresenta per il potente, così come per il mediocre, un personaggio “inquietante” da tenere alla larga, fuori dai palazzi governativi. Ecco che il progetto rivoluzionario di Antonio Ingroia si infrange contro il muro eretto da pregiudicati, collusi, mafiosi, mentecatti, ipocriti e quaquaraquà che da sempre in Italia si oppongono ad un possibile rinascimento politico-culturale.

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Mafia, “Soldi narcotraffico a Dell’Utri per investimento in attività Berlusconi”

Negli anni ’70 un flusso di denaro proveniente dai traffici di droga di Cosa nostra sarebbe stato investito nelle attività economiche “Milano 1 e Milano 2”, di Silvio Berlusconi. Lo ha raccontato il pentito Gaetano Grado deponendo, nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, al processo d’appello per concorso in associazione mafiosa al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. Grado, citato […]

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