I cittadini scendono in campo accanto a Nino Di Matteo

In più parti d’Italia i cittadini si sono uniti nell’esprimere la propria solidarietà al sostituto procuratore Antonino Di Matteo, magistrato di punta dell’inchiesta trattativa mafia-Stato confluita nel processo che si svolge a Palermo per “attentato al corpo politico dello Stato”. E’ dei giorni scorsi la notizia che un confidente della Squadra mobile di Palermo ha dichiarato che nel capoluogo siciliano sarebbe arrivato l’esplosivo per compiere un attentato nei confronti del magistrato. 
Un fatto che ha riportato alla memoria gli eventi avvenuti 21 anni addietro quando venne reso noto l’arrivo del tritolo per uccidere il giudice Borsellino nei giorni immediatamente prima la strage di via D’Amelio.

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Una strage annunciata

Con terrificante puntualità, con terrificanti coincidenze con quanto è avvenuto ventuno anni fa, si ricomincia a parlare di possibili attentati, di possibili stragi. E’ estate ed è sempre in estate che la mafia colpisce i bersagli che altri, non la mafia, indica come gli obiettivi da colpire.
“Quando sarò ucciso sarà mafia ad uccidermi ma non sarà la mafia ad avere voluto la mia morte”. Erano le parole pronunciate da Paolo Borsellino prima della sua morte annunciata e attorno a lui, in quello scorcio d’estate del ’92, succedeva quello che succede attorno a Nino Di Matteo in questo scorcio d’estate del 2013.

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