“Resto a Palermo, non mi nascondo la gente vuole la verità come me”

Palermo. «Io ci sono», sorride gentile Nino Di Matteo. «E continuo a fare come ogni giorno il mio lavoro», rassicura con una stretta di mano energica. Il magistrato che Totò Riina vorrebbe morto per le sue indagini vive ormai da vent’anni sotto scorta. E gli ultimi mesi sono stati i più pesanti. Prima una lettera anonima che annunciava: “I pm della trattativa sono pedinati e spiati. Tutte le informazioni confluiscono a Roma”. Poi, un’altra lettera che metteva in guardia da un attentato al tritolo, «deliberato con l’assenso di Riina e dei suoi amici romani», così scriveva l’anonimo dopo aver elencato con una precisione inquietante i luoghi più frequentati dal pm del processo trattativa

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Il Pm Gratteri: “Papa Francesco nel mirino della 'Ndrangheta”

“Papa Bergoglio sta smontando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto non esiterebbero”. E’ il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, a lanciare l’allarme osservando i segnali che provengono dal mondo criminale calabrese. Lo fa in un’intervista pubblicata quest’oggi da “Il Fatto Quotidiano”. Con Antonio Nicaso ha scritto un libro (Acqua Santissima, Mondadori, 204 pagine, 17,50 euro), in cui si spiega la relazione che si crea tra la mafia e la Chiesa.

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Riina, lo stato e le minacce a Di Matteo

Le minacce da parte della mano armata dello Stato deviato, la mafia, si sono alzate di livello.
Attraverso Totò Riina, arrivano messaggi di morte a tutti i componenti del pool di Palermo oltre che al Procuratore Roberto Scarpinato.
Le Istituzioni, lo stesso Capo dello Stato, il cui ultimo atto nei confronti dello stesso pool è stata la implicita destabilizzazione ottenuta attraverso il conflitto di competenza sollevato di fronte alla Consulta per quelle intercettazioni cui era incappato dando ascolto ad un indagato nel processo sulla trattativa mafia- Stato, tacciono. Restano in attesa di avere un altro eroe su cui spargere false lacrime, a cui portare altre corone di Stato, restano in attesa di disputarsi le prime file nella cattedrale in cui verranno celebrati i prossimi funerali di Stato.

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