Stato-Mafia, il pentito Di Carlo "Più che trattativa Stato e mafia erano soci"

“Non ho preso parte alle stragi e non le avrei condivise, ma ero in carcere e ho ricevuto visite da esponenti di servizi che mi hanno proposto un accordo per fermare Falcone”. Lo afferma il pentito Franco Di Carlo in un’intervista a Repubblica. “Accadde prima dell’attentato all’Addaura dell’89, venne a trovarmi un emissario di un ufficiale dei servizi che era […]

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La guerra di Cosa Nostra: tra escalation di minacce e strategie di contrasto

Signor Presidente, nell’esordio della Sua relazione Lei ha osservato come la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario rischi di trasformarsi in uno stanco rituale che, nonostante il trascorrere degli anni, sembra ripetersi sempre uguale a se stesso nella sua elencazione di cifre, di variazioni percentuali e, soprattutto, nell’inventario di riforme strutturali da tempo individuate come indispensabili per restituire efficienza e credibilità al sistema giustizia, ma, ciononostante, in larga misura ancora non realizzate.

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Riina racconta Cosa nostra. Dall'omicidio dalla Chiesa all'ex premier Berlusconi

Parola dopo parola, Salvatore Riina racconta la storia della mafia che l’ha visto recitare (lo è ancora oggi ndr) il ruolo di “Capo dei capi” a partire dai primi anni Ottanta mentre il “confessore” Alberto Lorusso, altrettanto preparato, ascolta e fornisce continuamente argomenti. Così il boss corleonese svela la sua verità sull’omicidio dalla Chiesa, in via Carini: “Quando ho sentito alla televisione che il generale dalla Chiesa era stato promosso prefetto di Palermo per distruggere la mafia ho detto: ‘prepariamoci’. Mettiamo tutti i ferramenti (le armi, ndr) a posto, tutte le cose pronte per dargli il benvenuto. Lui gli sembrava che veniva a trovare qua i terroristi. Gli ho detto: ‘qua il culo glielo facciamo a cappello di prete’. Un generale di ferro dice che era”. E Lorusso replica: “S’è visto come era di ferro” mentre Riina aggiunge: “Contro il terrorismo combinò poco… lo potevano pure ammazzare i terroristi”. E il capomafia pugliese, come in una “danza di parole”, lo incalza: “L’intenzione l’avevano ma non furono capaci”.

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