Il depistaggio infinito: nessuno tocchi Scarantino

29 Settembre 1992 – Giovanni Tinebra:
«E’ stato fatto un passo in avanti per una delle due stragi di Palermo. Siamo riusciti con un lavoro meticoloso e di gruppo, con la partecipazione di magistrati, tecnici e investigatori, che hanno lavorato in sintonia, a conseguire un risultato importante quale l’arresto di uno degli esecutori della strage di via d’Amelio. Vincenzo Scarantino appartiene ad una famiglia di Palermo da tempo nota agli inquirenti per associazione mafiosa e traffico di droga».

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Il caso oscuro del ministro Scotti

Vincenzo Scotti è stato ministro dell’Interno dal ’90 al ’92. È in questi anni che il governo, avvalendosi della collaborazione dell’allora ministro della Giustizia Martelli e di Giovanni Falcone, che aveva appeso temporaneamente la toga al chiodo, per dirigere la sezione affari penali del ministero, vara una serie di leggi con lo scopo di portare avanti una decisa azione di contrasto contro la mafia. Scotti, comparso all’udienza di ieri davanti ai pubblici ministeri del Borsellino quater, ha descritto quei delicati primi anni ’90 caratterizzati da una forte destabilizzazione politica.

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