Napolitano bis: il naufragio del popolo italiano

Mai come in questo momento il mondo intero osserva quello che accade in Italia. Da meno di 24 ore i giornali internazionali commentano freneticamente l’elezione del nostro capo dello Stato. Per il parigino Le Monde la rielezione di Napolitano rappresenta “il naufragio della politica”, il noto quotidiano francese scrive con convinzione che “nel campo di rovine che è diventato la politica italiana, Giorgio Napolitano è il solo a essere rimasto più o meno in piedi, affidabile, rassicurante, professionale”. Il naufragio a cui fa riferimento la stampa francese non riguarda, però, solo la politica, ma un intero popolo – troppo spesso annichilito o complice – in balia di politici senza scrupoli, collusi o fantocci, ma soprattutto venduti a veri e propri sistemi criminali.

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Il lodo Napolitano

Avevo sperato che qualcosa fosse cambiato.
Avevo sperato che a fronte della spudorata aggressione messa in atto dai parlamentari del PDL con l’occupazione del Palazzo di Giustizia di Milano, a fronte di questo inaudito attacco all’indipendenza della magistratura, l’attuale presidente della Repubblica, in procinto di fare le valigie e lasciare libero il Quirinale dopo uno dei peggiori settennati che la storia del nostro paese ricordi, avesse avuto un sussulto capace di modificare il pessimo ricordo che ci resterà di questi anni.

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Berlusconi e la giustizia. Quanto ancora deve durare questa storia?

Con le leggi “ad personam”, che lui ha escogitato, e che i servizievoli Alfano e Ghedini hanno plasmato su ordinazione e dato alla luce in tempi record con maggioranze compiacenti e codazzo vociante di amazzoni giulive, Silvio Berlusconi, sin quando ha potuto, si è autoassolto, auto-prescritto, auto-prosciolto, auto-amnistiato, auto-archiviato. Il personaggio in questione, infatti, non ama farsi processare, detesta essere indagato o imputato, ritiene lesiva della sua figura qualsiasi eventuale forma di condanna, considera i Palazzi di giustizia, sparsi per l’Italia, altrettante casematte di un potere eversivo che sbarra la strada all’Unto del Signore, quale lui si considera. E che, in quanto tali, vanno scardinate.

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