L'anomalia italiana

L’anomalia italiana in Europa continua e si aggrava.
La coalizione di centro-sinistra, formata dal Partito democratico e da SEL, ha prevalso di stretta misura alla Camera ma non ha conquistato la maggioranza al Senato per la forte rimonta del PDL e l’affermazione straordinaria di Grillo.
E in questi tre aspetti ci sono le domande a cui rispondere dopo l’aspra campagna elettorale e il distacco sempre maggiore (o comunque molto forte) tra la società politica e quella italiana.
Come si spiega la rimonta di Silvio Berlusconi, l’uomo che ha governato per la parte maggiore il ventennio populista dal 1994 ad oggi e che ha condensato nel binomio sesso e danaro la formula sostanziale del suo governo sempre carico di promesse quanto vuoto di realizzazioni adeguate ai tempi
difficili del ventunesimo secolo?

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Più giustizia sociale per crescere

Per fotografare la situazione della giustizia sociale in Italia sono sufficienti poche cifre. Secondo la Banca d’Italia il 50 per cento più povero della popolazione italiana possiede meno del 10% della ricchezza (il 9,4%, per l’esattezza), mentre il 10% più ricco possiede poco meno del 50 per cento della ricchezza (il 45,9%). E negli ultimi anni proprio la situazione di quel 50% più povero è peggiorata ulteriormente. Oggi il 10% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà, e il potere d’acquisto delle famiglie è inferiore a quello di 20 anni fa.

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