Berlusconi, marcia sul Tribunale (con ricatto)

Mettiamola così. Se ne sono dimenticati. Oppure non se ne sono accorti. Centonovantasei parlamentari del Pdl marciano compatti sul Tribunale di Milano, lo invadono per qualche minuto, cosa mai avvenuta prima nella storia Repubblicana, e loro stanno zitti. Quelli, in spregio alla tripartizione dei poteri tipica di ogni democrazia liberale, protestano in massa contro tre provvedimenti dell’autorità giudiziaria riguardanti il Capo, e gli altri, dal teorico arbitro agli avversari, rispondono con un silenzio assordante.

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Il lodo Napolitano

Avevo sperato che qualcosa fosse cambiato.
Avevo sperato che a fronte della spudorata aggressione messa in atto dai parlamentari del PDL con l’occupazione dei Palazzo di Giustizia di Milano, a fronte di questo inaudito attacco all’indipendenza della magistratura, l’attuale presidente della Repubblica, in procinto di fare le valigie e lasciare libero il Quirinale dopo uno dei peggiori settennati che la storia del nostro paese ricordi, avesse avuto un sussulto capace di modificare il pessimo ricordo che ci resterà di questi anni.

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L’industria della paura

Vedo che qualche imbecille continua a propalare la scemenza della grande rimonta di Berlusconi propiziata da me e da Santoro a Servizio Pubblico. Altri superimbecilli mi rinfacciano quanto avevo scritto domenica scorsa, giorno delle elezioni, anticipando l’esito del voto: “Lunedì, salvo clamorose sorprese, il Pd sarà il primo partito e avrà il diritto-dovere di formare il nuovo governo, o almeno di provarci. Il tutto anche grazie alla truffa del ‘voto utile’ contro la presunta rimonta di B., mai esistita se non nella propaganda di Bersani e di B…”.

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