Napolitano bis: il naufragio del popolo italiano

di Lorenzo Baldo – 21 aprile 2013
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Mai come in questo momento il mondo intero osserva quello che accade in Italia. Da meno di 24 ore i giornali internazionali commentano freneticamente l’elezione del nostro capo dello Stato. Per il parigino Le Monde la rielezione di Napolitano rappresenta “il naufragio della politica”, il noto quotidiano francese scrive con convinzione che “nel campo di rovine che è diventato la politica italiana, Giorgio Napolitano è il solo a essere rimasto più o meno in piedi, affidabile, rassicurante, professionale”. Il naufragio a cui fa riferimento la stampa francese non riguarda, però, solo la politica, ma un intero popolo – troppo spesso annichilito o complice – in balia di politici senza scrupoli, collusi o fantocci, ma soprattutto venduti a veri e propri sistemi criminali.

In mezzo a questa palude la figura di Napolitano restituisce quindi l’immagine di un uomo di potere tutt’altro che “rassicurante” per il popolo italiano. Piuttosto “Giorgio II” viene ritenuto “affidabile” dai poteri forti che stanno dietro le principali forze politiche del Paese rappresentate dal Pd e del Pdl, due partiti più che mai stretti in “accordi” talmente evidenti da gridare vendetta al cielo. E sono “accordi” che calpesteranno come un caterpillar la dignità di milioni di cittadini che non vogliono un presidente della Repubblica pronto a benedire un governo di larghe intese Pd-Pdl-Monti. Giorgio Napolitano è – e resterà nella storia – il presidente che ha parlato al telefono con Nicola Mancino, indagato nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia. Napolitano è – e resterà nella storia – il presidente che, attraverso il conflitto di attribuzioni sollevato dal Colle (sempre per le sue telefonate con Mancino), è entrato a gamba tesa in quelle stesse indagini sulla trattativa finendo di fatto per ostacolarle. Napolitano è il presidente del Consiglio della Magistratura che ha aperto un procedimento disciplinare – del tutto illegittimo – nei confronti del pm Nino Di Matteo, tra i fondatori del pool che indaga sulla trattativa. L’inchiesta sul patto scellerato tra Stato e mafia fa decisamente paura a Giorgio Napolitano in primis e a seguire ai principali leader di centrodestra, così come di centrosinistra. E quella trattativa diabolica è tutt’altro che finita. L’instabilità politica e le crescenti tensioni sociali sono il terreno più idoneo nel quale il caos prodotto da una convergenza di interessi politici si può trasformare in vere e proprie azioni distruttive. Un caos che lo stesso Beppe Grillo non può negare di aver contribuito ad alimentare attraverso prese di posizione spesso estremizzate.
Ci apprestiamo ora a iniziare una fase storica carica di insidie e difficoltà, all’interno di una crisi economica creata ad arte da quei sistemi criminali pocanzi citati che muovono i leader politici come pedine su una scacchiera. Abbiamo il dovere morale di attraversare questi tempi bui con la bussola della Costituzione. La partecipazione attiva della società civile dovrà essere ancora più concreta e soprattutto costante. Il sostegno nei confronti dei magistrati più esposti che lavorano per liberare il Paese dal ricatto politico-mafioso dovrà fortificarsi. La pretesa di una classe politica rinnovata non dovrà arretrare di un millimetro nel cuore e nella mente di ognuno di noi. Al momento gli scenari prossimi venturi di un “governissimo” frutto dell’inciucio più becero sono alquanto agghiaccianti. Non è dato a sapere se e quanto durerà un simile governo e soprattutto quanto durerà la nuova reggenza di Napolitano. Secondo Piero Fassino, “intercettato” telefonicamente da Piero Ricca, Napolitano “non è mica stupido” e “non starà mica lì sette anni. Il tempo di fare un governo, perché ormai la gente ci tira le pietre”. Fino a quando consentiremo loro di essere trattati alla stregua di trogloditi privi di intelligenza non vi sarà una via di uscita. Su quegli esponenti del Movimento 5stelle che intendono realmente svolgere il loro mandato al servizio dei cittadini (al di fuori di dogmi o fanatismi imposti dal vertice) pesa ora la responsabilità di dover contribuire ad una opposizione concreta insieme a tutti coloro che sapranno svincolarsi dalle logiche letali dei partiti.
Ognuno di noi è chiamato adesso a resistere, preparandosi ad un duro lavoro di ricostruzione di un Paese ridotto in macerie. Non possiamo fare altrimenti.

Fonte:Antimafiaduemila