Il pentito Galatolo: volevamo uccidere anche il pm Padova

Nella lista nera di Cosa nostra non c’era solo il pm Nino Di Matteo, ma anche un altro magistrato che i boss erano intenzionati ad eliminare. La collaborazione di Vito Galatolo, scrive Repubblica, prosegue davanti agli inquirenti di Palermo e Caltanissetta e svela nuovi dettagli sui piani della mafia palermitana. L’altro obiettivo da colpire era Pierangelo Padova: la famiglia dell’Acquasanta era intenzionata a pianificarne l’omicidio, poi il progetto era stato messo da parte. Padova è il pubblico ministero che insieme a Dario Scaletta rappresenta l’accusa al processo contro i Galatolo.

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Una scelta pensata, ragionata, presa contro un’intera famiglia che al suo interno non ha mai avuto pentiti. Circa un mese addietro si è presentata alla squadra mobile di Palermo e al pm Francesco Del Bene ha detto: “Devo dare un futuro a mia figlia (appena adolescente ndr), è per lei che ho deciso di fare questo passo, affinché abbia un futuro diverso da quello che ho avuto io”.

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