Attentato a Di Matteo: evitarlo, o esserne complici

Leggendo i primi stralci delle dichiarazioni del neo pentito, Vito Galatolo, c’è poco spazio per l’immaginazione. Con l’arresto odierno del boss Vincenzo Graziano le parole del figlio dello stragista Vincenzo Galatolo acquisiscono ulteriore gravità. “Mio padre – ha dichiarato Galatolo jr agli inquirenti – mi riferì che Vincenzo Graziano, sottocapo della famiglia dell’Acquasanta, mi doveva parlare. In occasione di questo incontro mi disse che Girolamo Biondino voleva organizzare un incontro urgente”.

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Il pentito Galatolo riconosce l’ex poliziotto: "È lui 'Faccia da mostro'"

Vito Galatolo continua a collaborare con i magistrati di Palermo e Caltanissetta dopo la rivelazione shock del progetto di morte contro Di Matteo. E dichiara di riconoscere “Faccia da mostro”, il personaggio dal volto deformato che sarebbe coinvolto in molti delitti misteriosi e vicino a Cosa nostra. Anche secondo l’ex boss dell’Acquasanta, che da pochissimo ha fatto il “salto” per diventare collaboratore di giustizia, si tratta di Giovanni Aiello (in foto). L’ex poliziotto indagato per la strage di via d’Amelio, secondo il neopentito, negli anni Novanta avrebbe frequentato vicolo Pipitone, nel quartiere palermitano dell’Acquasanta (regno dei Galatolo) dove Cosa nostra si riuniva ai tempi di Totò Riina.

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Quando di trattativa si muore

Al Palazzo di giustizia di Palermo c’è chi afferma che “non si vive solo di trattativa”. Sicuramente è così. Peccato, però, che di trattativa si muore. Per depotenziare un processo e isolare chi lo sta conducendo bastano frasi del genere. Che, agli occhi di chiunque abbia un minimo di senso civico, appaiono come una bestemmia nei confronti di un magistrato condannato a morte dal capo di Cosa Nostra e isolato dei vertici delle istituzioni.

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