Contromafie: quel "morso del più" per non diventare un "progettificio"

Riutilizzare i beni confiscati, aggiornare gli strumenti di contrasto alle mafie, desecretare gli atti pubblici sui tanti omicidi, stragi e misteri sui quali i familiari delle vittime attendono ancora risposta. E soprattutto recidere i legami tra mafia e politica, perché “mafie e corruzione stanno saccheggiando la nostra società grazie a una vera e propria globalizzazione dell’illecito”. È questa la denuncia di Libera all’Auditorium di via della Conciliazione, dove si è conclusa la quattro giorni di Contromafie organizzata a Roma dall’associazione di don Luigi Ciotti.

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Don Ciotti a rischio: tutte le mafie lo vogliono morto

Continua ad aumentare il clima di pericolo e tensione per chi è impegnato nella lotta contro le mafie e l’illegalità. Dopo le ultime minacce al procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato un nuovo allarme per il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti. A detta di diverse Procure nazionali, da Torino, Palermo e Caltanissetta fino alla Direzione nazionale antimafia in questo momento, Don Ciotti è la persona più a rischio d’Italia perchè tutte le mafie vorrebbero vederlo morto. Allarme proveniente anche da alcune fonti investigative che hanno raccolto informazione dalle carceri.

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Don Ciotti: "A parole tutti sono contro la mafia ma poi si fanno passi indietro"

Piacenza. “A parole tutti sono contro la mafia e l’illegalità. Ma poi in Italia non riusciamo ad avere una legge seria e completa sulla corruzione pubblica. Abbiamo visto l’altro giorno che nonostante ci siano brave persone che si battono, e un bravo ministro che ha detto voglio una legge sull’autoriciclaggio in un certo modo, poi per il gioco degli equilibri si […]

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