“Vi prego, non uccidiamoli una seconda volta” grida don Ciotti di fronte a oltre centocinquantamila persone. Centocinquantamila donne, uomini e soprattutto studenti che il 16 marzo hanno colorato le strade di Firenze di bandiere e striscioni. “Non uccidiamoli con il silenzio, con la delega, con la rassegnazione e con l’indifferenza. Non uccidiamoli con la memoria rituale, celebrativa, fine a se stessa” continua il presidente di Libera, e il suo appello viene coperto da trecentomila mani che applaudono. “No a parole irresponsabili. Sono gravi le parole che abbiamo sentito e che purtroppo continuiamo a sentire, come chi dice che i magistrati sono peggio della mafia. Sono parole che offendono, che uccidono”.
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