Minacce a Di Matteo, "Jammer in arrivo"

“Abbiamo deciso di utilizzare ogni mezzo, ogni tecnologia usata in ogni parte del mondo, a tutela dell’incolumità dei magistrati di Palermo”. Parola di Angelino Alfano. Ad un anno dalla condanna a morte lanciata dal carcere da Salvatore Riina ed in seguito alle dichiarazioni su un progetto di attentato nei confronti di Antonino Di Matteo, rese dal neo pentito dell’Acquasanta Vito Galatolo (“E’ un bidone carico di tritolo” e sarebbero coinvolti “personaggi esterni a Cosa nostra”) il ministro degli Interni ha di fatto promesso l’arrivo del bomb jammer, lo strumento in grado di annullare gli impulsi degli ordigni attivati a distanza. Lo ha ribadito durante la riunione svolta ieri al Viminale del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicata alla vicenda delle minacce ricevute dai magistrati siciliani. All’incontro, oltre al ministro, erano presenti il procuratore generale Roberto Scarpinato, il procuratore di Palermo Leonardo Agueci, quello di Caltanissetta Sergio Lari ed anche lo stesso Pm Nino Di Matteo. Alfano ha aggiunto: “Fin qui abbiamo destinato loro tutta la forza di cui lo Stato dispone in termini di mezzi e di uomini. Numero e qualità degli uomini a protezione dei magistrati rispondono a criteri di eccellenza”.

Continua a leggere

Messina Denaro ordina l’attentato a Di Matteo: "Si è spinto troppo oltre"

Nino Di Matteo “si è spinto troppo oltre”, scrive Matteo Messina Denaro, e per questo deve essere eliminato. Il progetto di attentato contro il titolare del processo trattativa si arricchisce di nuovi dettagli con la collaborazione del neopentito Vito Galatolo. Dietro il piano di morte ci sarebbe anche la primula rossa di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, ultimo superlatitante di Cosa nostra. Alla fine del 2012 il boss manda una lettera a Palermo per chiedere formalmente alle famiglie mafiose del capoluogo di organizzare un attentato contro Di Matteo. “Mi hanno detto che si è spinto troppo oltre” è la spiegazione fornita da Messina Denaro, senza specificare chi. Ma spunta l’ombra dei mandanti esterni, i veri protagonisti di molte stragi e omicidi eccellenti del Paese. “Sono gli stessi mandanti di Borsellino” assicura Galatolo parlando proprio con il pm di Palermo e descrivendo i dettagli del progetto omicidiario di cui il boss dell’Acquasanta era coordinatore organizzativo.

Continua a leggere

Lettera di morte a Di Matteo

“C’è un progetto di morte nei suoi confronti, ancora valido. L’esplosivo è nascosto in un bidone. I mandanti per lei sono gli stessi di quelli di Borsellino. E sono interessate anche entità esterne a Cosa nostra”. Sono più o meno queste le parole che l’ultimo pentito dell’Acquasanta, secondo gli investigatori ritenuto attendibile, Vito Galatolo, ha riferito al sostituto procuratore Nino Di Matteo.

Continua a leggere
1 61 62 63 64 65 92