Attentato a Di Matteo: evitarlo, o esserne complici

Leggendo i primi stralci delle dichiarazioni del neo pentito, Vito Galatolo, c’è poco spazio per l’immaginazione. Con l’arresto odierno del boss Vincenzo Graziano le parole del figlio dello stragista Vincenzo Galatolo acquisiscono ulteriore gravità. “Mio padre – ha dichiarato Galatolo jr agli inquirenti – mi riferì che Vincenzo Graziano, sottocapo della famiglia dell’Acquasanta, mi doveva parlare. In occasione di questo incontro mi disse che Girolamo Biondino voleva organizzare un incontro urgente”.

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Quando di trattativa si muore

Al Palazzo di giustizia di Palermo c’è chi afferma che “non si vive solo di trattativa”. Sicuramente è così. Peccato, però, che di trattativa si muore. Per depotenziare un processo e isolare chi lo sta conducendo bastano frasi del genere. Che, agli occhi di chiunque abbia un minimo di senso civico, appaiono come una bestemmia nei confronti di un magistrato condannato a morte dal capo di Cosa Nostra e isolato dei vertici delle istituzioni.

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Il pm Di Matteo, un uomo solo in attesa della solidarietà impossibile

A Pino Maniaci è arrivata la telefonata di Matteo Renzi in persona: “Pino vienimi a trovare a Roma”, ha detto il premier manifestando solidarietà al giornalista, minacciato per l’ennesima volta, con il macabro atto dei cani impiccati. Una telefonata simile a quella fatta dal premier pochi giorni fa, quando sotto minaccia era finita il pm di Latina Lucia Aielli: anche in quel caso dal centralino di Palazzo Chigi era partita la chiamata di solidarietà di Renzi.

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