Cnr, sulle Alpi frane da record a causa della crisi climatica

«Le montagne sono considerate le prime sentinelle dei cambiamenti climatici, perché rispondono rapidamente ed in modo amplificato alle fluttuazioni del clima e alle attività umane»

Si è riunito per la prima volta il nuovo Gruppo di lavoro sulle montagne nato su iniziativa del Cnr-Dsstta, al quale partecipano dieci istituti del Consiglio nazionale delle ricerche, dando l’occasione ai ricercatori di fare lo stato dell’arte sui più recenti studi e ricerche riguardanti le montagne.

Dall’incontro è emerso in particolare che nelle stazioni di montagna si registrano concentrazioni di CO2 che hanno superato le 420 ppm, ribadendo dunque la necessità di tagliare rapidamente l’uso dei combustibili fossili che le provocano. Di rilievo anche lo studio del particolato atmosferico come il black carbon, in grado di assorbire la radiazione solare e che depositato sui ghiacciai ne diminuisce l’albedo contribuendo alla loro fusione.

Al contempo il censimento dei fenomeni franosi sulle Alpi mostra dati mai così elevati dal 2000, dato che nel 2022 sono stati registrati 71 eventi, dei quali l’85% durante l’estate, a testimonianza dell’influenza del cambiamento climatico che con le elevate temperature rende critiche rocce, permafrost e, di conseguenza, gli impianti in alta quota.

«La crisi climatica in atto – concludono i ricercatori del Cnr – ha impatti più intensi in montagna rispetto ad altre componenti del sistema terrestre. Le montagne sono infatti considerate le prime sentinelle dei cambiamenti climatici perché rispondono rapidamente ed in modo spesso amplificato alle fluttuazioni del clima ed agli impatti delle attività umane».

fonte: greenreport.it