Il caldo estremo può rendere alcune aree della Terra invivibili per gli esseri umani

A subire la maggiori conseguenze saranno i Paesi poveri, ma anche per quelli ricchi si prospettano pesanti ripercussioni

Secondo lo studio “Greatly enhanced risk to humans as a consequence of empirically determined lower moist heat stress tolerance”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da  un team di ricercatori della Pennsylvania state University e della Purdue University. «Se le temperature globali aumentassero di 1 grado Celsius o più rispetto ai livelli attuali, ogni anno miliardi di persone saranno esposte a caldo  e umidità così estremi da non essere in grado di rinfrescarsi naturalmente».

I risultati del nuovo studio finanziato da National Institute on Aging, NASA e National Science Foundation, indicano che «Il riscaldamento del pianeta oltre gli 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali sarà sempre più devastante per la salute umana in tutto il pianeta».

Alla Penn State ricordano che «Gli esseri umani possono sopportare solo determinate combinazioni di calore e umidità prima che i loro corpi inizino a sperimentare problemi di salute legati al caldo, come un colpo di caldo o un infarto. Dato che il cambiamento climatico fa aumentare le temperature in tutto il mondo, miliardi di persone potrebbero essere spinte oltre questi limiti».

Larry Kenney, professore di fisiologia e kinesiologia alla Penn State, aggiunge «Quando le persone si riscaldano, sudano e più sangue viene pompato nella loro pelle in modo che possano mantenere la temperatura interna perdendo calore nell’ambiente. A certi livelli di caldo e umidità, questi aggiustamenti non sono più sufficienti e la temperatura interna del corpo inizia ad aumentare. Questa non è una minaccia immediata, ma richiede una qualche forma di sollievo. Se le persone non trovano un modo per rinfrescarsi entro poche ore, questo può portare a colpi di caldo e tensioni sul sistema cardiovascolare che possono portare ad attacchi di cuore nelle persone vulnerabili»..

Dall’inizio della rivoluzione industriale, quando gli esseri umani iniziarono a bruciare combustibili fossili nelle macchine e nelle fabbriche, le temperature in tutto il mondo sono aumentate di circa 1° C,  Nel 2015, 196 Paesi  hanno firmato l’Accordo di Parigi che punta a limitare l’aumento della temperatura mondiale a 1,5 ° C rispetto ai livelli preindustriali. Per identificare le aree del pianeta in cui il riscaldamento porterebbe a livelli di calore e umidità che superano i limiti umani, il team di ricerca statunitense ha modellato gli aumenti della temperatura globale compresi tra l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di 1,5° C e il livello dello scenario peggiore di 4° C.

Kenney spiega ancora: «Per capire quanto complessi problemi del mondo reale, come il cambiamento climatico, influenzeranno la salute umana, sono necessarie competenze sia sul pianeta che sul corpo umano. Non sono uno scienziato del clima e i miei collaboratori non sono fisiologi. La collaborazione è l’unico modo per comprendere i modi complessi in cui l’ambiente influenzerà la vita delle persone e iniziare a sviluppare soluzioni ai problemi che tutti dobbiamo affrontare insieme».

Il limite della temperatura ambientale a bulbo umido per le persone giovani e sane è di circa 31° C con un’umidità del 100%. Ma, oltre alla temperatura e all’umidità, la soglia per ciascun individuo in un momento specifico dipende anche dal livello di sforzo e da fattori ambientali, tra i quali la velocità del vento e la radiazione solare.

Secondo i ricercatori, «Nella storia umana, temperature e umidità che superano i limiti umani sono state registrate solo un numero limitato di volte – e solo per poche ore alla volta – in Medio Oriente e nel Sud-Est asiatico. I risultati dello studio indicano che se la temperatura globale aumentasse di 2° C rispetto ai livelli preindustriali, i 2,2 miliardi di abitanti del Pakistan e della valle indiana del fiume Indo, il miliardo di persone che vivono nella Cina orientale e gli 800 milioni di residenti dell’Africa sub-sahariana, ogni anno sperimentano molte ore di caldo che superano la tolleranza umana. Queste regioni subirebbero principalmente ondate di caldo ad elevata umidità, che possono essere più pericolose perché l’aria non può assorbire l’umidità in eccesso. Questo limita l’evaporazione del sudore dai corpi umani e dell’umidità da alcune infrastrutture, come i refrigeratori evaporativi. In modo preoccupante, queste regioni si trovano anche in nazioni a reddito medio-basso, quindi molte delle persone colpite potrebbero non avere accesso all’aria condizionata o a nessun modo efficace per mitigare gli effetti negativi del caldo sulla salute».

I ricercatori concludono che «Se il riscaldamento del pianeta continuasse a 3° C rispetto ai livelli preindustriali, livelli di caldo e umidità che superano la tolleranza umana inizierebbero a influenzare la costa orientale e il centro degli Stati Uniti, dalla Florida a New York e da Houston. a Chicago. A quel livello di riscaldamento. anche il Sud America e l’Australia sperimenterebbero un caldo estremo».

Invece, con gli attuali livelli di riscaldamento gli Usa  sperimenteranno più ondate di caldo, ma lo studio non prevede che queste superino i limiti umani così spesso come in altre regioni del mondo. Tuttavia, i ricercatori avvertono che «Questi tipi di modelli spesso non tengono conto degli eventi meteorologici peggiori e più insoliti». E l’autore principale dello studio, il bioclimatolog Daniel Vecellio, fa notare che «Modelli come questi sono efficaci nel prevedere le tendenze, ma non prevedono eventi specifici come l’ondata di caldo del 2021 in Oregon che ha ucciso più di 700 persone o che a Londra ha raggiunto i 40° C la scorsa estate. E ricordo che i livelli di caldo allora erano tutti al di sotto dei limiti di tolleranza umana che abbiamo identificato. Quindi, anche se gli Stati Uniti sfuggiranno ad alcuni dei peggiori effetti diretti di questo riscaldamento, vedremo più spesso un caldo mortale e insopportabile. E – se le temperature continueranno a salire – vivremo in un mondo in cui i raccolti falliranno e milioni o miliardi di persone cercano di migrare perché le loro regioni natali saranno inabitabili».

Un altro autore dello studio, Qinqin Kong della Purdue University, conferma che «Il caldo umido rappresenterà una minaccia molto più grande del caldo secco. I governi e i politici devono rivalutare l’efficacia delle strategie di mitigazione del caldo per investire in programmi che affrontino i maggiori pericoli che le persone dovranno affrontare».

Negli ultimi anni, Kenney e il suo team hanno condotto 462 diversi esperimenti per documentare i livelli combinati di caldo umidità e sforzo fisico che gli esseri umani possono tollerare prima che i loro corpi non riescano più a mantenere una temperatura interna stabile. Nel 2022, Kenney, Vecellio e i loro collaboratori hanno dimostrato che i limiti di caldo  e umidità che le persone possono sopportare sono inferiori a quanto precedentemente teorizzato. Un coautore del nuovo studio, Matthew Huber, che insegna scienze della Terra, dell’atmosfera e planetarie alla Purdue University, affema che «I dati raccolti dal team di Kenney alla Penn State hanno fornito prove empiriche tanto necessarie sulla capacità del corpo umano di tollerare il caldo. Quegli studi hanno costituito la base di queste nuove previsioni su dove il cambiamento climatico creerà condizioni che gli esseri umani non potranno tollerare a lungo».

Huber, che aveva precedentemente pubblicato un lavoro ampiamente citato che proponeva un limite teorico dei limiti di caldo e umidità sopportabili dagli esseri umani e che aveva già iniziato a lavorare sulla mappatura degli impatti dei cambiamenti climatici, contattò Vecellio per una potenziale collaborazione e i due, insieme a Kog  decisero di studiare come le persone sarebbero state colpite in diverse regioni del mondo se il pianeta si riscalderà tra gli 1,5° C e i 4° C, tenendo conto che la stima più probabile di riscaldamento globale, se non si interviene, sarà di 3° C entro il 2100.

Kong  sottolinea che «In tutto il mondo, le strategie ufficiali per l’adattamento al clima si concentrano solo sulla temperatura. Ma questa ricerca mostra che il caldo umido rappresenterà una minaccia molto più grande del caldo secco. I governi e i politici devono rivalutare l’efficacia delle strategie di mitigazione del calore per investire in programmi che affrontino i maggiori pericoli che le persone dovranno affrontare».

Indipendentemente da quanto si riscalda il pianeta, i ricercatori dicono che «Le persone dovrebbero sempre preoccuparsi del caldo e dell’umidità estremi, anche quando rimangono al di sotto dei limiti umani identificatiz. In studi preliminari realizzati  sulle popolazioni più anziane, Kenney ha scoperto che «Gli anziani sperimentano lo stress da caldo e le conseguenze sulla salute associate a livelli di caldo e umidità inferiori rispetto ai giovani».

Vecellio, ora ricercatore post-dottorato al Virginia Climate Center della George Mason University, rammenta che «Il caldo è già il fenomeno meteorologico che uccide la maggior parte delle persone negli Stati Uniti. Quando colpiscono le ondate di caldo, le persone dovrebbero prendersi cura di loro stesse e dei loro vicini,  soprattutto gli anziani e i malati».

I dati utilizzati nel nuovo studio hanno esaminato le temperature interne del corpo, ma i ricercatori hanno affermato che durante le ondate di caldo le persone sperimentano problemi di salute anche per altre cause. Ad esempio, Kenney ha detto che «La maggior parte delle 739 persone che morirono durante l’ondata di caldo di Chicago del 1995 avevano più di 65 anni e sperimentarono una combinazione di temperatura corporea elevata e problemi cardiovascolari, che portarono ad attacchi di cuore e altre cause di morte cardiovascolari».

Per fermare l’aumento delle temperature, i ricercatori citano decenni di ricerche che indicano che «Gli esseri umani devono ridurre le emissioni di gas serra, in particolare l’anidride carbonica emessa dalla combustione di combustibili fossili. Se non verranno apportati cambiamenti, i Paesi a medio e basso reddito soffriranno di più».

I ricercatori hanno fatto l’esempio di Al Hudaydah, una città portuale sul Mar Rosso dello Yemen con più di 700.000 abitanti. I risultati dello studio hanno indicato che «Se il pianeta si riscalda di 4° C, questa città può aspettarsi più di 300 giorni in cui le temperature supereranno i limiti della tolleranza umana ogni anno, rendendola quasi inabitabile».

Huber conclude: «Il peggiore stress termico si verificherà nelle regioni che non sono ricche e che si prevede subiranno una rapida crescita della popolazione nei prossimi decenni. Questo è vero nonostante il fatto che queste nazioni produrranno molte meno emissioni di gas serra rispetto alle nazioni ricche. Di conseguenza, miliardi di poveri soffriranno e molti potrebbero morire. Ma anche le nazioni ricche soffriranno di questo caldo e, in questo mondo interconnesso, tutti possono aspettarsi di essere colpiti negativamente in qualche modo».

fonte: greenreport.it