New Energy Outlook: già raggiunto il picco delle emissioni e del carbone. Il picco del petrolio nel 2035

Il Covid-19 ci farà risparmiare 2 anni e mezzo di emissioni e accelera la transizione energetica, ma il mondo corre ancora verso un aumento della temperatura di 3,3 gradi

Secondo l’ultimo New Energy Outlook 2020 (NEO 2020).di BloombergNEF (BNEF), «Il forte calo della domanda di energia dovuto alla pandemia di coronavirus rimuoverà circa 2,5 anni di emissioni del settore energetico da qui al 2050.

Utilizzando il suo Economic Transition Scenario per determinare l’evoluzione del sistema energetico globale nei prossimi 30 anni, BNEF dice che  prevede che «Le emissioni prodotte dalla combustione di carburante hanno raggiunto il picco nel 2019».  Ma, «In calo di circa l’8% nel 2020 a seguito della pandemia Covid-19, le emissioni di energia aumenteranno di nuovo con la ripresa economica, ma non raggiungeranno mai più i livelli del 2019. Dal 2027 in poi, diminuiranno a un tasso dello 0,7% all’anno fino al 2050».

Una prospettiva che si basa su un enorme sviluppo di energia eolica e solare super competitiva, sull’adozione di veicoli elettrici e su una migliore efficienza energetica in tutti i settori. NEO 2020 sottolinea che «Insieme, l’eolico e il solare rappresenteranno il 56% della generazione globale di elettricità entro la metà del secolo e, insieme alle batterie, assorbiranno  l’80% dei 15,1 trilioni di dollari investiti in nuova capacità energetica nei prossimi 30 anni». Entro il 2050, altri 14 trilioni di dollari verranno investiti nel miglioramento e potenziamento delle reti elettriche.

La Cina raggiungerà il picco del carbone per produrre energia elettrica nel 2027 e in India nel 2030 e, nel  2050, la quota globale del carbone per la produzione di elettricità crollerà al 12%.

L’unico combustibile fossile che continuerà a crescere sarà il gas: il rapporto BNEF un aumento dello 0,5% su base annua entro il 2050, con aumenti del 33% negli edifici e del 23% nell’industria, «dove ci sono pochi sostituti economici a basse emissioni di carbonio».

Ma, nonostante il progresso della transizione energetica e la diminuzione della domanda di energia causata dalla crisi del Covid-19, BNEF fa notare che le emissioni dell’industria energetica tengono ancora il mondo sulla pericolosissima strada per arrivare a un aumento della temperatura media globale di 3,3 gradi Celsius entro il 2100.

L’amministratore delegato di  BNEF, Jon Moore, ha evidenziato che «I prossimi dieci anni saranno cruciali per la transizione energetica. Ci sono tre cose fondamentali che dovremo vedere: diffusione accelerata di eolico e fotovoltaico; una più rapida diffusione da parte dei consumatori di veicoli elettrici, energie rinnovabili su piccola scala e tecnologie di riscaldamento low-carbon, come le pompe di calore; e sviluppo e diffusione su larga scala di combustibili a zero emissioni di carbonio».

Le precedenti edizioni di NEO si sono concentrate sul settore elettrico ma, per fornire una visione completa e orientata all’economia energetica fino al 2050, il rapporto di quest’anno include capitoli dettagliati su industria, edifici e trasporti. Il rapporto presenta anche uno scenario climatico per mantenere le temperature ben al di sotto dei 2 gradi che prende in esame l’elettricità pulita e un  percorso verso l’idrogeno.

BNEF ha prodotto uno scenario climatico, da affiancare al suo principale scenario di transizione economica e il  NEO 2020 analizza un percorso per l’elettricità pulita e l’idrogeno verde per mantenere le temperature ben al di sotto dei 2 gradi che descrive una futura economia energetica low-carbon  che fornirà 100.000 TWh di elettricità pulita entro il 2050. Si tratta di 5 volte tutta l’elettricità prodotta oggi nel mondo e richiederebbe un sistema di alimentazione 6-8 volte più grande in termini di capacità totale. Due terzi di questa energia andrebbero alla fornitura diretta di elettricità nei trasporti, negli edifici e nell’industria, un terzo alla produzione di idrogeno. Ma perché l’idrogeno verde fornisca poco meno di un quarto dell’energia finale, avremmo bisogno di 801 MMT di carburante e di ulteriori 36.000 TWh di elettricità, ovvero il 38% in più di energia rispetto a quella prodotta oggi nel mondo. Farlo con l’eolico e il fotovoltaico potrebbe essere più economico, ma richiederebbe 14 TW di impianti che coprirebbero 3,5 milioni di Km2, un’area più o meno delle dimensioni dell’India. Secondo BNEF «Un percorso per l’elettricità pulita e l’idrogeno verde richiede tra 78 trilioni e 130 trilioni di dollari di nuovi investimenti da qui al 2050 per coprire la crescita della produzione di elettricità e della rete elettrica, nonché la produzione, lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno».

Il principale autore di NEO 2020, l’economista capo di BNEF Seb Henbest, ha spiegato che «Le nostre proiezioni per il sistema energetico sono diventate ancora più ottimistiche per le energie rinnovabili rispetto agli anni precedenti che erano basate esclusivamente sulla dinamica dei costi. Quel che lo studio di quest’anno evidenzia è l’enorme opportunità per l’energia low-carbon per aiutare a decarbonizzare i trasporti, gli edifici e l’industria, sia attraverso l’elettrificazione diretta che tramite l’idrogeno verde».

NEO 2020 prevede che il picco della domanda totale di petrolio sarà raggiunto nel 2035, per poi scendere dello 0,7% su base annua, tornando ai livelli del 2018 nel 2050. Prevede anche che molto presto – negli anni precedenti alla metà degli anni ’20 – i veicoli elettrici raggiungeranno la parità di prezzo iniziale con i veicoli a combustione interna, «Dopo di che la loro adozione accelererà, assorbendo sempre di più la crescita della domanda di petrolio che altrimenti proviene da aviazione, navigazione e prodotti petrolchimici».

Il rapporto sottolinea che «L’utilizzo di energia negli edifici, nell’industria e in alcune parti del settore dei trasporti, come l’aviazione e la navigazione, ha poche opzioni a basse emissioni di carbonio competitive in termini di costi, e quindi rimane fortemente dipendente dal gas e dai prodotti petroliferi».

Matthias Kimmel, analista senior di BNEF e coautore del rapporto, ha sintetizzato: «Per rimanere ben al di sotto di 2 gradi di aumento della temperatura globale, dovremmo ridurre le emissioni del 6% ogni anno a partire da ora e per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi C, le emissioni dovrebbero diminuire del 10% all’anno».

fonte: greenreport.it