Processo Stato-mafia: Napolitano davanti alla Corte

Tanto tuonò che alla fine piovve. Dopo i sibillini tentativi di sottrarsi alla giustizia il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, deporrà prossimamente al processo sulla trattativa Stato-mafia. Così ha stabilito Alfredo Montalto, presidente della Corte di Assise di Palermo. Nell’ordinanza è stato deciso che l’udienza, in trasferta al Quirinale, si terrà a porte chiuse. In questo modo non parteciperanno né gli imputati, né tanto meno il pubblico. Allo stesso modo non verrà disposto alcun collegamento in videoconferenza con gli imputati, tra cui boss del calibro di Salvatore Riina, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà.

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“Con #latrattativa raccontiamo la Storia per capire il presente”

Che vi sarebbero state polemiche per un film che parla di un tema come la trattativa tra Stato e mafia era abbastanza scontato. Del resto se l’iter per la realizzazione è stato irto di ostacoli anche la fase successiva, ovvero la visione nelle sale (che prenderà il via ad ottobre) dopo la presentazione ufficiale fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, non poteva essere una semplice passeggiata. Ciò che Sabina Guzzanti forse non si aspettava è che a muovere una delle prime critiche sarebbe stato l’ex procuratore Gian Carlo Caselli, che a Palermo è stato sette anni nel tempo immediatamente successivo alle stragi.

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Processo trattativa Stato-mafia: stragi e ragioni di Stato, imputati alla sbarra

Palermo. Per raccontare uno Stato che fugge agli insulti della gente comune basterebbe citare l’uscita di scena di Nicola Mancino dall’aula bunker del “Pagliarelli”. E’ da poco terminata la prima udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia, l’ex ministro dell’Interno si avvia scortato verso la sua macchina blindata mentre decine di attivisti delle “Agende Rosse” intonano il coro di “fuori la mafia dallo Stato! Fuori lo Stato dalla mafia!”

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