Stato contro Stato, nuovo attacco alla Procura di Palermo

Quanta paura fa il processo sulla Trattativa Stato-mafia? Una domanda che appare legittima visti i continui attacchi subiti da chi a quell’inchiesta ha lavorato per anni. Nel giro di poche settimane sia Antonio Ingroia, oggi magistrato in aspettativa e leader di Rivoluzione Civile, che Antonino Di Matteo, pm titolare dell’inchiesta, hanno ricevuto gli avvisi di un procedimento disciplinare nei loro confronti. E lo stesso è stato consegnato al procuratore di Palermo, Francesco Messineo. Le motivazioni, guarda caso, sono in qualche modo legate a quelle famigerate intercettazioni tra l’ex ministro degli Interni, Nicola Mancino, ed il Capo dello Stato Napolitano, non ancora distrutte solo grazie al “disperato tentativo” di Massimo Ciancimino (imputato al processo sulla trattativa) che ha presentato ricorso in Cassazione per far sì che venga rispettato il diritto di difesa (la valutazione nel merito si celebrerà il 18 aprile ndr).

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La trattativa, la Consulta e un presidente al di sopra della legge

C’è la necessità di fare in modo che le decisioni sbagliate, anche della Corte Costituzionale, siano sottoposte al vaglio della Corte dei diritti dell’uomo a Strasburgo”. Era il 15 dicembre 2012 quando dal palco della manifestazione “Noi sappiamo” l’ex giudice Ferdinando Imposimato auspicava un ricorso alla Corte di Strasburgo in merito alla decisione della Consulta di bocciare il ricorso della Procura di Palermo nell’ambito della querelle sulle intercettazioni Mancino-Napolitano.

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