Caso Alfano: il Presidente vero e quello innominabile

Angelino Alfano è salvo, il governo Letta pure, la democrazia italiana un po’ meno. Venerdì 19 luglio, durante il dibattito sulla sfiducia (mancata) al ministro per il caso kazako, Palazzo Madama compie un ulteriore passo verso il basso. Non l’ultimo, visto che, come è ormai perfettamente intuibile, i nostri sedicenti rappresentanti quando toccheranno il fondo si metteranno alacremente a scavare.

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Trattativa Stato-mafia: azione disciplinare contro pm Di Matteo

Il procuratore generale della Cassazione ha promosso l’azione disciplinare nei confronti del pm di Palermo Nino Di Matteo e, per una violazione minore, del procuratore del capoluogo Francesco Messineo. Il provvedimento è stato notificato ai due magistrati tramite la Procura generale della Corte d’appello di Palermo. A Di Matteo si contesta l’avere “mancato ai doveri di diligenza e riserbo e avere ammesso, seppure non espressamente, l’esistenza delle telefonate tra l’ex ministro dell’Interno Mancino e il capo dello Stato”.

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Grasso, vincente piazzato

Non ho visto le immagini della proclamazione di Grasso a presidente del Senato: dicono che anche mister B si sia alzato ad applaudire. Se fosse vero, sarebbe davvero irrituale, perchè non ho mai visto un titolare di scuderia applaudire la vittoria del cavallo avversario. Nel caso di specie il cavallo in gara era rappresentato da Schifani. Ho visto, invero, nel mondo del calcio e nello sport in generale, applaudire l’avversario perché la nobiltà sportiva è elemento fondante la cui genesi va ricercata nei Giochi panellenici

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