Il crepuscolo di un Presidente

Quando un capo dello Stato, (in questo caso Giorgio Napolitano), testimonia in un pubblico processo che di fronte allo stragismo di ispirazione mafiosa ’92-’93, i massimi vertici istituzionali percepirono con nettezza e sgomento l’aut aut del Nemico, ci sta dicendo che la Trattativa ci fu, ebbe una sua origine temporale, un suo movente, una sua ratio. Non intendiamo, a una settimana dalla deposizione destinata a restare la “deposizione del secolo”, se non altro per la massima figura istituzionale che è stata chiamata a renderla, tirare la giacca a Napolitano, facendogli dire cose che non ha detto. Non ce n’è bisogno.

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UCRAINA: Kolomoisky, Akhmetov, Firtash e gli altri. Le infinite trame intorno al presidente

di Oleksiy Bondarenko Il cambio di regime a Kiev ha avuto importanti conseguenze sugli equilibri di potere all’interno dell’intricato sistema politico-economico del paese, influenzato, in alcune circostanze in maniera decisiva, dai gruppi di potere e dai singoli oligarchi. Se il nucleo del clan di Yanukovich ha perso la propria autorità all’interno del paese, altri gruppi vicini al vecchio presidente hanno […]

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I dubbi e quel che dirà il Presidente

Questo in Italia è uno dei pochi casi in cui il diritto ha prevalso sulla politica ed è una delle poche volte in cui questo è finora avvenuto e la testimonianza del presidente della repubblica, nel processo sulla trattativa, appare, come ha dichiarato il presidente della Corte di Assise, Alfredo Montalto, né superflua né irrilevante. Il riferimento dei pubblici ministeri palermitani è a una lettera che gli inviò al Capo dello Stato il consigliere giuridico del Quirinale, Loris D’Ambrosio, il quale esprimeva, in quella lettera, il sospetto di esser stato tra il 1989 e il 1993 ” come direttore degli Affari Penali al Ministero della Giustizia un ingenuo e utile scriba di cose utili a fingere da scudo per indicibili accordi.

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