Un giudice ndranghetista?

Un’altra condanna importante contro la n’drangheta a Milano e su una materia, come quella del gioco d’azzardo, che è diventata negli ultimi anni centrale per i traffici dell’associazione mafiosa calabrese. Questa volta i giudici dell’ottava sezione penale del tribunale di Milano (l’accusa è stata sostenuta dal procuratore aggiunto della repubblica Ilda Boccassini e dal pubblico ministero Paolo Storari) hanno condannato a 4 anni di carcere il magistrato Giuseppe Vincenzo Giglio ex presidente della Sezione Misure e Prevenzioni del Tribunale di Reggio Calabria. Giglio è stato condannato per corruzione, rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento aggravato della cosca ndranghetista dei Valle-Lampada e interdetto per 5 anni dai pubblici uffici.

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La politica non si fa (più) in Parlamento

Qui non si parla di politica o di alta strategia. Qui si lavora”. Credo che in pochi riconosceranno l’origine di questa frase, che era un pericoloso cartello di avvertimento in ogni luogo pubblico durante la guerra fascista.

Nel momento in cui scrivo è una perfetta descrizione del Parlamento che è stato appena sciolto. Ma anche del lavorio infaticabile e intenso, degli scontri e incontri e incroci e ripulse e improvvisi ritorni di legami perduti che la preparazione del nuovo Parlamento attraverso la composizione delle liste elettorali. Quelle che sono già disponibili sono lì a dimostrare ciò che sto dicendo: liste di dirigenti, di quadri e di impiegati per future imprese parlamentari che devono produrre con disciplina certi prodotti. Le liste che non ci sono ancora dimostrano quanto sia difficile mettere insieme persone efficienti, sottomesse, laboriose, fingendo di accumulare talenti.

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“Anm addio”. L'amara delusione dei pm Di Matteo e Teresi

Delusione, amarezza, rabbia. Dopo la presa di posizione da parte dell’Anm nazionale, in merito alla decisione della Consulta di accogliere il ricorso del Quirinale nel conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo, era necessario un segnale forte. Così Nino Di Matteo, pm storico del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia, e Vittorio Teresi, l’aggiunto che ha preso il posto di Antonio Ingroia nel coordinamento del procedimento, rispettivamente presidente e segretario della giunta distrettuale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, hanno comunicato le proprie dimissioni irrevocabili.

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