Trattativa Stato-mafia, si entra nel vivo. I pm vogliono sentire Napolitano

Oltre vent’anni. Tanto tempo è passato da quelle stragi che nel ’92 e nel ’93 hanno segnato il nostro Paese. In questi anni la ricerca della verità su quegli attentati e sulle motivazioni che hanno spinto Cosa nostra ad agire attuando una “politica eversiva” tanto devastante è stata continua fino ad accelerare negli ultimi anni e sfociare nel processo “Bagarella +9” noto anche come il processo “Trattativa Stato-mafia” e che vede tra gli imputati nomi eccellenti come il generale Mario Mori, l’ex senatore Marcello Dell’Utri e l’ex ministro Nicola Mancino.

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Ora basta

Già me li immagino i soloni del giornalismo italiano, “ecco, Ingroia attacca ancora Napolitano”, “non ha il senso delle istituzioni”, “il solito pm politicizzato”, “la solita toga rossa”. Me li immagino leggere queste righe avendo già deciso, ancor prima di arrivare in fondo, che io ho solo torti e nessuna ragione e che invece ha solo ragione e nessun torto il presidente della Repubblica, che invece di stigmatizzare le dichiarazioni eversive contro un potere dello Stato da parte di un condannato con sentenza definitiva finisce per criticare la magistratura probabilmente in nome della ragion di stato e in difesa del pessimo governo che ha messo in piedi.
Perché è vero che l’istituzione ‘Presidente della Repubblica’ è degna del massimo e assoluto rispetto, ma il rispetto alla carica deve darlo, prima di tutto, chi quella carica la ricopre.

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Minacce di morte al pm Laura Vaccaro

E’ davvero caldo il clima che si respira all’interno della Procura di Palermo. Nuove minacce sono giunte stavolta non nei confronti dei pm del pool della trattativa stato-mafia, ma nei confronti di Laura Vaccaro, pm che da anni si occupa di inchieste di mafia e recentemente impegnata nelle indagini sulla mafia trapanese. L’intimidazione, secondo quanto riporta La Repubblica, è giunta addirittura nell’aula della prima sezione del tribunale di Palermo durante il processo contro la cosca mafiosa di Carini. Mentre sfogliava il fascicolo il pm si è imbattuta in una lettera a lei indirizzata in cui vi erano scritte minacce di morte e in apertura un avviso: “Sappiamo dove abiti”. Sui fatti indaga la procura di Caltanissetta.

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