Minacce a Di Matteo: mafia parla, Stato tace

Da oltre un anno il pm antimafia Nino Di Matteo, che sostiene l’accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia, è minacciato di morte proprio per quel processo e per le indagini collegate tuttora in corso.

Nel settembre 2012 gli giunse un dossier anonimo di 12 cartelle con lo stemma della Repubblica italiana, di chiara fonte investigativo-istituzionale: lo avvertiva che insieme ai colleghi impegnati sul caso trattativa era spiato da “uomini delle istituzioni” che poi riversano le informazioni a una “centrale romana”, che si stava inoltrando su terreni pericolosi, che doveva fidarsi solo di Ingroia, che una serie di politici della Prima Repubblica coinvolti nella trattativa non erano stati ancora toccati dalle indagini e che l’agenda rossa di Borsellino era stata trafugata da un carabiniere.

Continua a leggere

Mafia, servono magistrati vivi non martiri da piangere

“Si muore quando si è soli…” diceva Giovanni Falcone. Uno dopo l’altro sono stati lasciati soli Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellinoe uno dopo l’altro li hanno massacrati, assieme alle mogli, se le avevano accanto, agli uomini e alle donne della loro scorta, massacrati e poi pianti con ipocrite lacrime e onorati soltanto perché erano morti, non costituivano più un pericolo per chi, lasciandoli soli, ne aveva decretato la morte.

Continua a leggere
1 10 11 12 13