Trattativa, Vincenzo Scotti: ritratto di un Stato-mafia

Palermo. E’ l’immagine di uno Stato-mafia quella che si materializza nelle dichiarazioni dell’ex ministro dell’Interno Vincenzo Scotti. All’udienza odierna del processo sulla trattativa l’ex esponente democristiano ricostruisce il contesto politico-istituzionale prima e dopo la strage di Capaci, fino a quella che a tutti gli effetti è la sua destituzione dall’incarico di ministro avvenuta il 28 giugno ‘92. Lo stesso Scotti lo ha già raccontato più volte nelle aule giudiziarie: le ultime sue audizioni risalgono, una, al 2012 durante il processo Mori, e l’altra appena quattro mesi fa, al Borsellino quater.

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Ex potenti e decaduti

Claudio Martelli era il delfino di Craxi e del Partito socialista italiano, uno dei gruppi politici più corrotti (e corruttori) della storia italiana. Claudio Martelli era l’intestatario del Conto Protezione, sul quale nel 1980-1981 il Psi ricevette sette milioni di dollari dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, finanziamento ottenuto grazie a Licio Gelli, noto capo della loggia massonica P2. Raggiunto da una condanna, Martelli riuscirà ad evitarla versando dei cospicui risarcimenti, che hanno garantito all’ex ministro socialista le “attenuanti prevalenti” indispensabili per far cadere in prescrizione il reato di concorso nella bancarotta fraudolenta dell’Ambrosiano.

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