Primarie Pd: convivere con la mafia o debellarla?

Assistiamo basiti alle polemiche sulle primarie del centrosinistra e ci domandiamo in quale Paese noi stiamo vivendo. Da una parte osserviamo Matteo Renzi che si affanna a dire che intende rinnovare la leadership del Pd, dall’altra parte ritroviamo Pierluigi Bersani che ostenta la volontà a mantenere uno Status-quo a suo dire “vincente”. Nel mezzo del guado compare pure Nichi Vendola con la sua entrata in scena mirata a sparigliare le carte. Un delirio. Al momento vorremmo concentrare la nostra attenzione sui due esponenti del Partito Democratico.

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La mafia come metodo

Si resta senza parole di fronte a quel che leggiamo su alcuni quotidiani (non tutti, per la verità) di fronte a quel che succede ogni giorno nei cosiddetti palazzi del potere.
I provvedimenti per decreto del governo Monti sono, per la verità, sacrosanti anche se arrivano, per così dire, tardi rispetto a quello che è emerso negli ultimi vent’anni successi alla crisi centrale del ’92-93 ma l’italiano si chiede a questo punto come è possibile andare avanti con classi dirigenti che selezionano così male chi deve rappresentarci e come pensano di fermare i movimenti di antipolitica che stanno prosperando nella società italiana a cinque mesi dal prossimo voto politico generale.

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Se Ultimo indaga su Massimo Ciancimino

di Adriana Stazio Il 29 ottobre a Palermo nell’aula bunker del Pagliarelli avrà luogo l’udienza preliminare del processo sulla trattativa Stato-mafia. L’indagine è nata nel 2008 dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, che, in quanto figlio di Vito Ciancimino, fu testimone oculare di quella trattativa. In questo processo il giovane Ciancimino sarà dunque la principale fonte probatoria, il testimone più importante, oltre ad essere tra gli […]

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