Trattativa: il Gip distrugge le intercettazioni, violentata la legge

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo Riccardo Ricciardi ha disposto oggi la distruzione delle intercettazioni tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, registrate dalla procura di Palermo durante le indagini sulla trattativa tra Stato e mafia. Il provvedimento è stato depositato quest’oggi, ma la distruzione non avverrà prima di lunedì. Della materiale distruzione dei file audio si occuperà un tecnico della società Rcs che gestisce i server dell’ufficio inquirente del capoluogo siciliano e le operazioni avverranno nella “sala ascolto” che si trova in una struttura apposita del carcere Ucciardone dove sono presenti i server. Sulla questione si era espressa lo scorso gennaio la Corte costituzionale.

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Trattativa, parla Brusca: “Mancino destinatario del papello”

“L’ultimo destinatario del ‘papello’ di Toto’ Riina era Nicola Mancino”. Lo ha detto in aula il pentito di mafia Giovanni Brusca deponendo all’udienza preliminare nel procedimento per la trattativa tra Stato e mafia in corso a Palermo. Brusca, che viene sentito per ragioni di sicurezza in trasferta, nel carcere romano di Rebibbia, è stato citato dal gup Piergiorgio Morosini che nell’ultima udienza ha disposto integrazioni probatorie. Il “papello”, secondo Brusca, ma anche secondo Massimo Ciancimino, sarebbe un foglio contenente le richieste avanzate da Cosa nostra allo Stato per fare terminare, dopo la strage di Capaci, la strategia stragista della mafia.

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Trattativa Stato-mafia: un pool sotto assedio

Partiamo dall’attualità. Nelle consuete relazioni dei presidenti delle Corti d’Appello all’apertura dell’anno giudiziario sono fioccati diretti riferimenti alla discesa in politica di ex pubblici ministeri. “Noi magistrati dobbiamo capire che è arrivato il momento di modificare molti dei nostri atteggiamenti – ha esordito il presidente della Corte d’appello di Palermo Vincenzo Olivieri. – La comunità nazionale e internazionale ci scruta, stigmatizzando l’enfasi mediatica che viene data a certi provvedimenti, la sovraesposizione e i protagonismi di alcuni costantemente presenti in talk show televisivi dove disquisiscono di processi in corso”.

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