Memento Mori

Una combriccola di giureconsulti – tutta gente seria, tant’è che s’accompagna a una donna cannone con barba, rossetto e cartello al collo “Siamo tutti puttane” – ci accusa di aver nascosto l’assoluzione dell’ex generale Mario Mori e dell’ex colonnello Mauro Obinu dall’accusa di favoreggiamento mafioso per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995-’96. Naturalmente è vero il contrario: il Fatto è il quotidiano che ha dato il maggior risalto alla notizia, dedicandole il secondo titolo di prima pagina subito sotto lo scandalo italo-kazako. Ma ciò che davvero disturba è che il Fatto la notizia l’ha data giusta. Mentre gli altri raccontano che, siccome li hanno assolti, Mori e Obinu non han fatto niente di male, dunque la Procura s’è inventata tutto, noi abbiamo scritto l’unica verità che al momento, in attesa delle motivazioni della sentenza, emerge dal dispositivo

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Topi di fogna

Ci sono i topi di fogna annidati nella Rete che, nascosti dietro l’anonimato, violano le password, entrano nelle caselle di posta elettronica di Giulia Sarti, una ragazza di 26 anni che ha l’unico torto di essere stata eletta deputata nel maggior movimento di opposizione al sistema, e pubblicano le sue foto intime, la sua corrispondenza privata e politica, infrangendo due volte la legge: quella che protegge la privacy di ogni cittadino e quella che tutela la riservatezza delle comunicazioni del parlamentare (che può essere violata solo per ordine di un giudice e previa autorizzazione delle Camere). E poi ci sono i loro complici in certi giornali, anche “autorevoli” e “indipendenti” tipo il Corriere della Sera. Che, non potendo divulgare la spazzatura che gira per il web, fa anche di peggio: si trincera dietro i tweet che la riprendono distorcendola e falsificandola, e li pubblica come fossero Vangelo

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