Libero Grassi, l'imprenditore che non si piego' al pizzo

di Lorenzo Baldo – 30 agosto 2001
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Palermo. “Libero. Non un nome, ma un aggettivo, diceva lui, che fin dall’inizio lo inquadra al di sopra della normalità, al di sopra delle consuetudini. Ma qual è quell’uomo che non vuole essere libero? E la libertà non si svende, si possiede”.
Bastano poche parole scritte nelle prime pagine del libro di Chiara Caprì “Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo” (ed. Castelvecchi), presentato ieri sera alla Tonnara Bordonaro, per raccontare la storia di un imprenditore del sud, ma soprattutto la battaglia di un uomo capace di rompere un muro di omertà. “Quando si arriva a Palermo la prima cosa che colpisce è la luce – l’attore Claudio Gioè introduce la serata conclusiva delle manifestazioni in memoria di Libero Grassi leggendo un brano del libro –  è una luce diversa che si insinua tra i vicoli del centro storico, che diventa rosa al tramonto, quando sta per arrivare l’estate. E’ una luce generosa che riempie gli occhi di un sole caldo e inaspettato. Desta e allo stesso tempo intorpidisce, porta con sé una lontana elegia della lentezza, induce ad aspettare, a rimanere in attesa di un attimo particolare ancora da vivere”. Pina Maisano Grassi è seduta in prima fila. Anche lei attende che “quell’attimo particolare” capace di riscattare definitivamente la città di Palermo arrivi il prima possibile. Dal palco il magistrato della Dna, Maurizio De Lucia, propone la nomina della vedova di Libero Grassi a senatrice a vita. Accanto a lui il pm Domenico Gozzo sottoscrive in toto la proposta del collega sottolineando l’assoluta gravità della presenza di senatori condannati per mafia in I° e II° grado. Il riferimento a Marcello dell’Utri è immediato. L’amarezza del pm che insieme ad Antonio Ingroia è riuscito a far condannare a 9 anni in I° grado il braccio destro di Silvio Berlusconi riguarda la mancanza di una “rivolta morale” da parte della politica. Dal canto suo De Lucia punta il dito proprio su quella politica incapace, per vigliaccheria o complicità, di espellere immediatamente, prima che intervenga l’autorità giudiziaria, i propri rappresentanti una volta che sono stati ritenuti responsabili di reati penalmente rilevanti. Su Giulio Andreotti pesa ancora la sentenza della cassazione per la quale “il divo Giulio” ha commesso il reato di partecipazione all’associazione mafiosa fino alla primavera del 1980 (per poi essere salvato dalla prescrizione). Il giornalista Gianni Barbacetto, moderatore dell’incontro, rilegge la domanda fatta ad Andreotti dall’allora senatrice radicale Pina Maisano Grassi in qualità di membro della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Nel ’93 la vedova di Libero Grassi si era rivolta al sette volte Presidente del Consiglio facendogli notare che, a fronte della sua posizione, non poteva non sapere visti i suoi rapporti con Lima e Cincimino quale fosse la situazione a Palermo. Andreotti non aveva replicato e prima di andarsene si era rivolto a Pina Grassi dicendole che le avrebbe risposto “appena sarebbe finito tutto questo”. A processi ultimati, dieci anni dopo quell’incontro, la vedova di Libero Grassi aveva scritto ad Andreotti riproponendo la stessa osservazione e a distanza di poco tempo aveva ricevuto via posta una scarna risposta: “Grazie, cara collega, della lettera gentile e dei ricordi di un periodo interessante. Sinceri auguri e saluti”. Dal pubblico Pina Maisano Grassi ricorda la profonda delusione provata per una simile risposta da parte di un uomo la cui intelligenza (decisamente diabolica) era nota a tutti. Il Imagepubblico applaude convintamente il coraggio di questa donna dall’apparenza mite. Quella che viene definita “l’anomalia” di Libero Grassi è racchiusa nel suo stare al di fuori dalle cosiddette “tribù palermitane” che da sempre si spartiscono gli spazi vitali di questa città. Ed è proprio il suo omicidio quello che secondo Tano Grasso costringe i palermitani a guardarsi allo specchio e che innesca un meccanismo di “rimozione” nei confronti dell’imprenditore ucciso da Cosa Nostra per la vergogna di ammettere la propria acquiescenza nei confronti della mafia. La solitudine provata in vita da Libero Grassi si riflette per oltre 15 anni sulla sua famiglia. Silenzi e assenze accompagnano ogni anniversario infierendo su delle ferite ancora aperte fino alla nascita del movimento “Addiopizzo”. “Servono gli strumenti per impoverire le mafie – ribadisce in un secondo giro di risposte Maurizio De Lucia – la tracciabilità dei flussi finanziari è determinante in questa lotta. Servono norme per poter fare passi avanti!”. L’importanza fondamentale di una classe politica rinnovata e “pulita” torna prepotente negli interventi successivi. Provocatoriamente Gianni Barbacetto chiede al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, se vi sia effettivamente un dialogo tra la delegazione siciliana della federazione che rappresenta e quella lombarda. Il paradosso rappresentato da esponenti istituzionali lombardi come ex sindaci, prefetti e presidenti della regione Lombardia che arrivano a negare le infiltrazioni mafiose all’interno del proprio tessuto politico-sociale brucia ancora. Di contraltare nella stessa Sicilia si susseguono innovazioni “rivoluzionarie” ad opera di rappresentanti di categoria che stilano codici etici per eliminare le “contaminazioni” mafiose del mondo imprenditoriale. Da parte sua Catanzaro ricorda come proprio quel codice etico scelto dalla sezione nissena di Confindustria stia diventando un modello da seguire per tutte gli altri associati. Per De Lucia, al di là dell’importanza dei protocolli da seguire, resta il gravissimo problema della grande liquidità economica in possesso delle imprese criminali che dal sud viene riversata al nord coprendo così i buchi generati dalla crisi economica. Sul maxischermo scorrono le immagini del film-documentario di Pietro Durante “Libero nel nome” trasmesso in contemporanea su Rai2. L’appello finale resta quello di continuare a lottare ritrovandosi il prossimo anno con la coscienza di aver percorso un pezzo più lungo di una strada già tracciata.
Fonte:Antimafiaduemila
Info:
Castelvecchi Editore:
rxcastelvecchieditore.com
Premio Libero Grassi: solidariaweb.org

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