L’impegno della memoria. I giovani chiedono più legalità

Firenze, 16 marzo 2013, Fortezza da Basso straripa di gente, ragazzi , bambini e adulti, sono presenti scolaresche, gruppi scout, associazioni di vario tipo. Tutti in attesa che parta il corteo, che inizi la XVIII giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera per ricordare le 900 e più vittime di mafia.
Si avverte una certa eccitazione nell’aria, una forte voglia di partecipazione. Ragazzi da tutta Italia sono qui oggi, spinti dal senso civico: “Vogliamo far sentire a tutti che rifiutiamo un mondo corrotto, mafioso, vogliamo manifestare contro quel sistema che ha permesso l’uccisione di tante vittime innocenti.

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“Vi prego, non uccidiamoli una seconda volta” grida don Ciotti di fronte a oltre centocinquantamila persone. Centocinquantamila donne, uomini e soprattutto studenti che il 16 marzo hanno colorato le strade di Firenze di bandiere e striscioni. “Non uccidiamoli con il silenzio, con la delega, con la rassegnazione e con l’indifferenza. Non uccidiamoli con la memoria rituale, celebrativa, fine a se stessa” continua il presidente di Libera, e il suo appello viene coperto da trecentomila mani che applaudono. “No a parole irresponsabili. Sono gravi le parole che abbiamo sentito e che purtroppo continuiamo a sentire, come chi dice che i magistrati sono peggio della mafia. Sono parole che offendono, che uccidono”.

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Migliaia di persone. 150mila secondo gli organizzatori. E’ il lungo corteo che ha partecipato alla manifestazione organizzata a Firenze dall’associazione Libera contro la mafie. E’ la diciottesima edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” che ricorda appunto le oltre 900 vittime e rinnova il suo impegno di lotta alla criminalità organizzata. Oltre a Libera hanno partecipato anche Avviso Pubblico, i sindacati, comuni e regioni in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e Rapporti con il Pubblico.

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