Ecco perché odiano Nino Di Matteo

Miiii chi camurria: Sunnu fatti r’iddi” (Che fastidio! Sono fatti loro).
Queste due semplici locuzioni racchiudono il senso di distacco che c’è sempre stato verso chi rappresentava lo Stato a Palermo, ovvero “sbirri” e magistrati. Chiedo venia se tento di essere realista e se esco fuori dal coro, ma vorrei far comprendere che non noto nessuna differenza tra il periodo degli anni Ottanta e il momento attuale nei confronti di Nino Di Matteo. La parola camurria e la frase sunnu fatti r’iddi, rimbombano nella mia mente allo stesso modo come la goccia percuote la roccia.

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Il ministro Alfano e la scorta del giudice Di Matteo

Rispetto allo scorso 27 maggio, quando abbiamo scritto un primo articolo in merito alle carenti misure di protezione riservate al giudice Antonino Di Matteo facendo riferimento alle lettere anonime ricevute dallo stesso pm e dalla Dda di Palermo in cui si avvisava di possibili attentati nei suoi riguardi, diverse cose sono cambiate. E’ stato infatti alzato il livello di protezione del pm di punta del processo sulla trattativa Stato-mafia portandolo da 2 a 1, ovvero il massimo sistema di protezione esistente

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"Riina mi vuole morto e i politici attaccano le nostre indagini"

Di Marco Travaglio Il magistrato racconta la sua vita sotto scorta e parla dei tentativi, da parte delle istituzioni, di delegittimare il processo sulla Trattativa tra Stato e Cosa Nostra Alle 17.30 Nino Di Matteo, il pm cheTotò Riina vuole morto ammazzato è al lavoro nel suo ufficio, al secondo piano del Palazzo di giustizia di Palermo. Dire che non sia turbato, sarebbe troppo. Ma […]

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