Dopo l’attentato, la paura. Charlie Hebdo ucciso due volte

Un milione in strada a Parigi, gente comune e leader politici mondiali per ricordare i morti di Charlie Hebdo, il giornale satirico colpito dall’attentato terroristico del 7 gennaio scorso, e le vittime degli attentati successivi, in tutto diciassette. Un milione in strada per rispondere alla dichiarazione di guerra, come molti l’hanno definita, del fondamentalismo islamico all’Europa.

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#CharlieHebdo – È l'Impero del Caos che bussa, non l'Islam

La prima pagina del quotidiano Libero urla: “Questo è l’Islam!”, e anche il Giornale strilla “Strage islamica” con titolo cubitale. Una comunità variegata di un miliardo di esseri umani viene così ridotta al formato dell’orrenda strage dello Charlie Hebdo. È come se in occasione della strage compiuta il 22 luglio 2011 a Oslo da Anders Behring Breivik, che si proclamava difensore dell’Occidente giudaico-cristiano, si fosse titolato “Questo è il Cristianesimo!”, o “Strage cristiana”.

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