Evasione e frode fiscale "salva Silvio"

L’Italia è un paese a sovranità limitata, è quello che dicevano gli esponenti del partito comunista italiano fino al congresso di Rimini del 1991 che ne sancì lo scioglimento dopo settant’anni di vita. Ora non è più così, o non dovrebbe proprio esserlo, ma quando ci sono di mezzo i soldi e il grande capo dei populisti italiani che risiede – si fa per dire – ad Arcore, visto che passa la maggior parte a Roma nella sua modesta magione di palazzo Grazioli, è fortemente interessato, allora le cose possono anche cambiare

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"Da Sicilia libera a Forza Italia, Cosa nostra cambiò scelta politica"

Dall’amicizia con il boss corleonese Leoluca Bagarella alla creazione del partito politico indipendentista, “Sicilia Libera”, fino all’appoggio dato a Forza Italia nel 1994. Sono questi i temi principali affrontati quest’oggi dal collaboratore di giustizia Tullio Cannella, teste al processo trattativa Stato-mafia che si è tenuto questa mattina all’Ucciardone. “Tra il 1992 ed il 1993 c’era una grande delusione per la vecchia politica che non aveva mantenuto gli impegni presi – ha raccontato il pentito rispondendo alle domande del pm Francesco Del Bene – Leoluca Bagarella diceva che Totò Riina nei confronti di questi personaggi era sempre stato troppo buono.

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