Armi da guerra, gli Stati canaglia sono nostri clienti

L’articolo 11 della Costituzione italiana recita testualmente : “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Tuttavia, non solo come membri della Nato negli ultimi anni abbiamo partecipato a tutte le attività di guerra, perché di questo si tratta, in Iraq, Afghanistan e Libia, ma siamo tra i ldeader mondiali nella vendita delle armi, leader per la vendita della morte e della sofferenza. Spero che Papa Francesco, tra le importanti denunce che sta già facendo, includa anche questa, intimando con forza agli assassini commercianti di morte, governo italiano compreso, il giudizio di Dio.
g.b.

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Dal welfare al warfare, così si indebita lo Stato. Comprando armi

Dal welfare al warfare. In sordina, il più possibile lontano dai riflettori, ma con un’accelerazione recente, l’Italia da paese che impegna le sue forze per la protezione sociale e il benessere (welfare), sta diventando uno Stato che si indebita per le armi (warfare). Lo smottamento avviene a colpi di sterzate decisioniste, con un sistema che tra il serio e il faceto nell’ambiente è chiamato il “depliant”, come quegli opuscoli consegnati nelle agenzie di viaggio per invogliare i clienti a prenotare le vacanze o i volantoni dei supermercati con le offerte di pelati e braciole. Con il depliant delle armi, l’Italia ha comprato costosissimi sistemi d’arma, aerei, elicotteri, sottomarini, la bellezza di 71 programmi di armamento, a colpi di 3 miliardi e mezzo di euro all’anno, a volte anche 4, senza contare gli investimenti di difficile quantificazione inseriti nel bilancio del ministero dello Sviluppo economico.

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IL NEW YORK TIMES SPIATTELLA LA VERITÀ. I BOMBARDAMENTI AERONAVALI SU GAZA PER COLLAUDARE LE NUOVE ARMI ISRAELIANE IN VISTA DELL’IMMINENTE GUERRA ALL’IRAN

“Per Israele il conflitto di Gaza è un “test” del confronto con l’Iran”. Questo il titolo dell’inchiesta pubblicata oggi dal New York Times sulle vere motivazioni che hanno indotto Benjamin Netanyahu a scatenare una pioggia di morte e di distruzione su un milione e mezzo di palestinesi (175 morti, 1.400 feriti): “Il conflitto che si è concluso, per ora, con la cessazione del fuoco tra Hamas e Israele ha avuto l’apparenza dell’ultimo episodio di una periodica prova di forza –

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