“Anm addio”. L'amara delusione dei pm Di Matteo e Teresi

Delusione, amarezza, rabbia. Dopo la presa di posizione da parte dell’Anm nazionale, in merito alla decisione della Consulta di accogliere il ricorso del Quirinale nel conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo, era necessario un segnale forte. Così Nino Di Matteo, pm storico del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia, e Vittorio Teresi, l’aggiunto che ha preso il posto di Antonio Ingroia nel coordinamento del procedimento, rispettivamente presidente e segretario della giunta distrettuale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, hanno comunicato le proprie dimissioni irrevocabili.

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Anche l’Anm è un Sinedrio?

Al primo punto dello statuto dell’associazione nazionale magistrati troviamo scritto che l’associazione stessa si propone di “dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali”. Subito dopo si legge che l’associazione si impegna a “propugnare l’attuazione di un Ordinamento Giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico”.

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