Stato-mafia, è partita la carica

Dall’Unità a Libero, dal Corriere al Foglio, è un gigantesco fiorire di balle a sostegno del generale Mori, a processo per la mancata cattura di Provenzano. Il motivo? Questo processo ne influenzerà un altro, molto più importante.
Entro fine luglio, con la sentenza di primo grado a Palermo sulla mancata cattura di Provenzano nel 1995 da parte del Ros, sapremo se per il Tribunale il generale Mario Mori favorì il boss in seguito alla trattativa avviata nel ’92 tramite Vito Ciancimino. Il pm Nino Di Matteo ha chiesto la sua condanna a nove anni. E la sentenza, sia pur circoscritta a quel singolo episodio, influenzerà il processo appena iniziato contro cinque esponenti dello Stato e cinque di Cosa Nostra accusati di aver ricattato i governi Amato, Ciampi e Berlusconi-1 perché spuntassero le armi dell’antimafia in cambio della fine delle stragi.

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Ior, cadono le prime teste In bilico il direttore generale

Una fondazione per lo Ior. Mentre Francesco ribadisce il suo no alla «logica di potere che ci rende pietra d’inciampo», l’arresto di monsignor Nunzio Scarano accelera la trasformazione dell’Istituto Opere di Religione in banca etica o fondazione esterna alla Santa Sede. Vengono consultati vari esperti per riformare gli statuti e garantire una gestione trasparente dei depositi e degli investimenti dei singoli e degli enti: niente più «zona grigia» al Torrione di Niccolò.

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