Il massacro della farina

La popolazione di Gaza muore di fame mentre continuano i bombardamenti

di
Umberto Mazzantini

Ieri, colpiti da proiettili o calpestati dalla folle che fuggiva, sono morti 112 palestinesi e altri ltri 760 sono rimasti feriti mentre attendevano gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Un massacro di affamati che i palestinesi hanno subito chiamato “il massacro della farina” e di fronte al quale l’amministrazione statunitense, accettando per buona la propaganda di guerra israeliano, ha impedito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di esprimere una risposta a un crimine contro il convoglio di aiuti umanitari alla “Rotonda di Nabulsi” nella città di Gaza.

Nessuna dichiarazione è stata rilasciata dopo la sessione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza e il rappresentante permanente degli Usa ha respinto il testo negoziale che conteneva espressioni critiche nei confronti di Israele.

Il testo della dichiarazione affermava che «I membri del Consiglio esprimono la loro profonda preoccupazione per le notizie secondo cui più di 100 persone sono state uccise e circa 750 altre ferite dalle forze israeliane che hanno sparato su una folla che aspettava aiuti alimentari nel sud-ovest di Gaza» e chiedeva inoltre di «Evitare di privare i civili nella Striscia di Gaza dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabili per la sopravvivenza», in conformità con il diritto umanitario internazionale e invitando  Israele a mantenere aperti i valichi di frontiera per consentire agli aiuti umanitari di entrare a Gaza.

Non è servita nemmeno la dichiarazione del, segretario generale dell’Onu António Guterres  che si è detto  «Sconvolto dal tragico bilancio umano del conflitto a Gaza, in cui, secondo quanto riferito, più di 30.000 persone sarebbero state uccise e oltre 70.000 ferite. Tragicamente, un numero imprecisato di persone giace sotto le macerie. Il Segretario Generale condanna l’incidente nel nord di Gaza in cui, secondo quanto riferito, più di un centinaio di persone sono state uccise o ferite mentre cercavano aiuti salvavita. I civili disperati di Gaza hanno bisogno di aiuto urgente, compresi quelli del nord assediato dove le Nazioni Unite non sono state in grado di fornire aiuti per più di una settimana. Il Segretario Generale ribadisce la sua richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario e del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi. Ancora una volta chiede misure urgenti affinché gli aiuti umanitari fondamentali possano arrivare dentro e attraverso Gaza a tutti coloro che ne hanno bisogno».

La risposta di Israele  è scritta con il sangue di 30.035 persone uccise e 70.457ferite e l’85% degli abitanti della Striscia di Gaza (circa 1,9 milioni di persone) costretti ad abbandonare le loro case bombardate.

Il governo di estrema destra israeliano minimizza il suo coinvolgimento nel massacro e della farina, ma le prime indagini di Euro-Med Human Rights Monitor hanno confermato che l’esercito israeliano ha ucciso e ferito dozzine di civili affamati e ha detto che «Tra le varie prove, c’è anche il suono distinto dei proiettili, udibile nel filmato pubblicato al momento della sparatoria, che li identifica come provenienti da un’arma automatica usata dall’esercito israeliano con proiettili 5,56».

Di fronte alla crescente indignazione di gran parte dell’opinione pubblica internazionale, la guerra contro la popolazuiione di Gaza continua come prima e più di prima. L’agenzia stampa palestinese InfoPal denuncia che «Bombardamenti dell’artiglieria israeliana hanno preso di mira una scuola che ospitava famiglie sfollate nella città di Hamad, a ovest di Khan Yunis. Le forze di occupazione israeliane continuano a commettere il crimine di genocidio nella Striscia di Gaza per il 147° giorno consecutivo, attraverso decine di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria, in una situazione umanitaria catastrofica a causa del blocco e dello sfollamento di oltre il 90% della popolazione. Oggi, venerdì 1 marzo, gli aerei e l’artiglieria israeliani hanno continuato i loro intensi attacchi aerei e bombardamenti su varie parti della Striscia di Gaza, colpendo case, gruppi di sfollati e strade, provocando centinaia di morti e feriti. Diversi veicoli e bulldozer israeliani si sono infiltrati nella città di Al-Qarara, nel nord di Khan Yunis, tra feroci scontri e bombardamenti di artiglieria. Tre civili sono stati uccisi e altri feriti in seguito al bombardamento dell’artiglieria israeliana contro una scuola che ospitava sfollati nella città residenziale di Hamad, a nord-ovest di Khan Yunis. Quattro persone sono state uccise e diverse ferite, venerdì all’alba, a seguito dell’attacco alla casa della famiglia Al-Qarinaui nel campo di Al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Dopo mezzanotte, gli aerei israeliani hanno rinnovato i loro attacchi aerei sul campo di al-Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, e hanno bombardato il campo di Jabalya, nella zona settentrionale della Striscia. Sono stati segnalati violenti scontri tra combattenti della resistenza e l’esercito di occupazione israeliano nella zona di Atar a ovest di Khan Yunis».

Di fronte a questa carneficina. il capo dei diritti delle Nazioni Unite Volker Türk ha detto che «La guerra a Gaza deve finir. E’ ormai arrivato il tempo per la pace, la responsabilità e le indagini sulle chiare violazioni del diritto internazionale umanitario e sui possibili crimini di guerra da entrambe le parti. Sembra che non ci siano limiti né parole per definire gli orrori che si stanno svolgendo davanti ai nostri occhi a Gaza»

Türk ha presentato al Consiglio dei diritti umani dell’Onu  un rapporto dell’OHCHR sulla disperata situazione nei Territori palestinesi occupati che evidenzia «Il livello senza precedenti di uccisioni e mutilazioni di civili nell’enclave DI Gaza» Türk ha osservato che «Almeno 17.000 bambini sono rimasti orfani o separati dalle loro famiglie» e, dopo aver nuovamente Condannato «gli attacchi “scioccanti… totalmente ingiustificabili portati da a Hamas il 7 e 8 ottobre, insieme alla presa di ostaggi spaventosa e del tutto sbagliata», ha fatto notare che «Almeno tre abitanti di Gaza su quattro sono stati sfollati dalla guerra, tra la demolizione sistematica di interi quartieri  che ha  reso Gaza in gran parte inabitabile. Dal 7 ottobre, migliaia di tonnellate di bombe  sono state sganciate da Israele sulle comunità di tutta Gaza. Queste armi emettono una massiccia onda d’urto ad alta pressione che può rompere gli organi interni, così come proiettili a frammentazione, e un calore così intenso da provocare ustioni profonde  e sono state usate in quartieri residenziali densamente popolati. Nell’ospedale egiziano di Arish, lo scorso novembre, ho visto bambini la cui carne era stata bruciata. Non lo dimenticherò mai. Probabilmente gli attacchi indiscriminati o sproporzionati da parte di Israele hanno fatto decine di migliaia di dispersi tra gli abitanti di Gaza, presumibilmente sepolti sotto le macerie delle loro case». Poi Türk ha condannato «Il lancio indiscriminato di razzi da parte dei gruppi armati palestinesi in tutto il Paese, nel sud di Israele e fino a Tel Aviv».

La rappresentante permanente di Israele presso l’Onu  a Ginevra, Meirav Eilon Shahar, ha denunciato gli attacchi dei terroristi di Hamas e ha ripetuto accuse infondate di complicità tra l’Onu e il gruppo armato. Seduta accanto ai due ostaggi liberati – Aviva Siegel e Raz Ben Ami – che si sono stretti la mano per sostenersi a vicenda durante il dibattito, la delegata israeliana ha anche insistito sul diritto del suo Paese alla difesa: «Israele sta combattendo su un campo di battaglia che Hamas ha creato a Gaza. Nel quale i terroristi si nascondono dietro e all’interno della popolazione civile. Quello che le Nazioni Unite hanno guardato costruire per anni attorno e al di sotto di loro e hanno scelto di ignorare. A Israele è stato detto più e più volte che i terroristi che hanno deviato gli aiuti, costruito tunnel terroristici, ucciso brutalmente civili innocenti, violentato, decapitato e bruciato vive famiglie non possono essere toccati perché si nascondono tra la popolazione civile. Eppure non abbiamo scelta. Dobbiamo attaccare Hamas, altrimenti continueranno a perseguitarci».

Forse non si poteva spiegare meglio che il governo israeliano considera tutti i palestinesi e complici di Hamas e quindi da eliminare.

La risposta dei rappresentanti degli altri Paesi sono stati gli applausi spontanei che hanno punteggiato il lavori durante l’intervento del rappresentante palestinese Ibrahim Khraishi che ha fatto un terribile quadro della sproporzionata risposta israeliana: «Circa 12.000 bambini e 8.000 donne sono tra le vittime del conflitto in corso, decine di palestinesi sono stati uccisi in un incidente che ha coinvolto le forze israeliane nella città di Gaza mentre aspettavano l’arrivo dei camion degli aiuti umanitari. Questi sono gli scudi umani dei combattenti? Ci appelliamo alla comunità internazionale affinché impedisca un nuovo massacro a Rafah con l’imminente offensiva totale da parte delle forze israeliane in assenza di un accordo di cessate il fuoco».

E Türk aveva già messo in guardia contro un attacco di terra israeliano a Rafah, «Dove ora si stanno rifugiando 1,5 milioni di persone, nonostante i continui bombardamenti. Un’offensiva israeliana comporterebbe perdite di vite umane potenzialmente massicce, ulteriore rischio di crimini atroci, nuovi spostamenti in altre località non sicure e firmerebbe una condanna a morte per ogni speranza di aiuti umanitari efficaci. Non vedo come un’operazione del genere possa essere coerente con le  misure provvisorie vincolanti emanate dalla Corte internazionale di giustizia».

E non lo vede praticamente tutta la Comunità internazionale, escluso Israele e gli Usa.

fonte: greenreport.it