La protesta degli agricoltori contro il taglio del sussidio per il diesel blocca la Germania

Greenpeace Deutschland: basta sussidi dannosi, sì alla redistribuzione e a una carbon tax sulla ricchezza

La sera del 4 gennaio il vicecancelliere e ministro tedesco dell’economia Robert Habeck non è riuscito a scendere da un traghetto a Schlüttsiel, nel Land dello Schleswig-Holstein perché un centinaio di manifestanti hanno bloccato il molo, cercando anche di salire a bordo dell’imbarcazione e scontrandosi con la polizia. Il gruppo voleva che il ministro parlasse con loro dei tagli del governo ai sussidi al settore agricolo. Habeck stava rientrando dalle sue vacanze, ma è dovuto tornare indietro a Hallig Hooge con il traghetto. Il video dell’episodio sta circolando su tutti i media e i social tedeschi e Joachim Rukwied. il presidente della Deutschen Bauernverbandes (DVB – L’associazione tedesca degli agricoltori), ha preso le distanze dall’iniziativa: «Blocchi di questo tipo non sono possibili. Siamo un’associazione che sostiene le pratiche democratiche. Non sono accettabili attacchi personali, insulti, minacce, coercizione o violenza. Nonostante tutto il nostro scontento, ovviamente rispettiamo la privacy dei politici».

Ma Rukwied, ritiene inadeguati i miglioramenti apportati dal governo federale ai previsti tagli al diesel agricolo e alla tassa sui veicoli agricoli: «Questo può essere solo un primo passo. La nostra posizione resta invariata: entrambe le proposte di taglio devono essere rimosse dal tavolo. Si tratta evidentemente anche della sostenibilità futura del nostro settore e della questione se la produzione alimentare nazionale sia ancora auspicabile. Continueremo quindi a mantenere la nostra settimana di azione» che è iniziata con manifestazioni e azioni in tutta la Germania con il blocco e il rallentamento del traffico in diverse città, strade e autostrade. Rukwied  ha detto che «Il sostegno della popolazione è grande, estremamente importante e necessita di essere ulteriormente rafforzato. La protesta sarà portata nella capitale con una grande manifestazione il 15 gennaio».

La DBV e i camionisti della Bundesverband Güterkraftverkehr Logistik und Entsorgung (BGL)  «Sostengono una protesta chiara ma pacifica e democratica» e «Invitano quindi le aziende associate a manifestare pacificamente e a prendere parte solo ad azioni di protesta registrate e approvate tra l’8 e il 12 gennaio».

Nonostante l’attacco al governo semaforo socialdemocratici-liberali-verdi sia evidente, è altrettanto evidente che associazioni storicamente vicine ai democristiani, soprattutto in Baviera, temano la strumentalizzazione politica dell’estrema destra di Alternative für Deutschland  – probabilmente all’opera a Schlüttsiel contro Habeck  e ancora di più le infiltrazioni di gruppi violenti di neonazisti.

Martin Hofstetter di Greenpeace Deutschland fa il quadro della situazione: «Nel dicembre 2023, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale federale, i leader della coalizione semaforo hanno concordato come colmare i buchi miliardi nel bilancio federale per il 2024. La decisione di abolire la concessione del diesel agricolo e l’esenzione dalla tassa sui veicoli per le imprese agricole ha fatto arrabbiare molti agricoltori, anche se alcune parti sono state ritirate poco tempo dopo».

A dicembre Greenpeace Deutschland ha pubblicato lo studio “Subventionen und  Abgaben im Agrarsektor  – Welchen Beitrag können sie zu Umweltschutz und Entlastung des Staatshaushalts leisten?” che dimostra che  ogni anno il settore agricolo tedesco riceve 6 miliardi di euro di sussidi dannosi per l’ambiente provenienti dal bilancio federale. Per Greenpece «Il governo semaforo dovrebbe invece sostenere specificamente i produttori biologici e incoraggiare un maggiore consumo di alimenti rispettosi del clima e dell’ambiente. Questo sarebbe possibile, ad esempio, riducendo allo zero% l’Iva sugli alimenti di origine vegetale».

Hofstetter sottolinea che «Trovo comprensibile l’indignazione iniziale per i tagli di dicembre, perché la decisione è arrivata da un giorno all’altro. La conseguente rinuncia ai sussidi fiscali per un totale di quasi un miliardo di euro all’anno avrebbe colpito senza preavviso le imprese interessate. Ma soprattutto, il governo non colpirebbe altri sussidi dannosi per il clima come i privilegi delle auto aziendali, le indennità chilometriche e i viaggi aerei esenti da tasse. Questo, ha messo in difficoltà gli agricoltori. Tuttavia, eliminare i sussidi dannosi per l’ambiente e il clima è la cosa giusta da fare. Anche in agricoltura, le pratiche che aggravano la crisi climatica e l’estinzione delle specie non possono più essere sostenute con i soldi delle tasse, anche se esistono da decenni e sono percepite come una sorta di diritto. Tuttavia, l’attuale governo federale, così come i governi precedenti, non sono riusciti ad annunciare in modo tempestivo e coerente che questi sussidi sarebbero stati sistematicamente smantellatiz.

Il governo ha fatto in parte marcia indietro sui veicoli utilizzati in agricoltura e silvicoltura, mentre lo sconto sul diesel agricolo è ora destinato a scomparire gradualmente entro il 2026. Ma le proteste continuano. Hofstetter fa notare che «Le inondazioni legate al clima hanno appena allagato campi e pascoli in tutta la Germania e la Deutschen Bauernverbandes vuole continuare a protestare contro la protezione del clima, questo per me è incomprensibile. L’associazione sembra preoccuparsi meno della questione e più del principio. L’uso massiccio di combustibili fossili è e rimane dannoso per il clima. Ecco perché è positivo che lì i sussidi finiscano. Naturalmente, ciò deve avvenire in modo coerente ovunque, non solo nel settore agricolo».

E Hofstetter evidenzia anche che «Considerati i miliardi di sussidi destinati all’agricoltura, la prevista abolizione del sussidio per il gasolio sarà facilmente sopportabile per la maggior parte delle aziende. In precedenza l’agricoltura ha ricevuto una quantità sproporzionata di denaro pubblico, motivo per cui ora è maggiormente colpita. In nessun altro settore economico la distribuzione dei sussidi è così elevata in rapporto alla produzione economica e al numero di posti di lavoro come nell’agricoltura e nella silvicoltura. Ma anch’esso deve fare la sua parte per raggiungere gli obiettivi climatici. La graduale eliminazione dei sussidi dà inoltre alle aziende agricole il tempo di utilizzare i macchinari in modo più efficiente. E’ anche un segnale per l’industria affinché sviluppi innovazioni come i sistemi di azionamento gestiti elettronicamente.

E a Rukwied che ha detto che così l’agricoltura non ha futuro, Hofstetter risponde che «Convertito in tutti i sussidi agricoli, alla fine, nel 2026, scomparirà circa il 5% dell’attuale sostegno statale, ovvero 25 euro per ettaro all’anno. Queste sono noccioline rispetto al reddito generato per ettaro. Ci sono regioni della Germania dove si pagano affitti superiori a 1.000 euro per ettaro e la stessa superficie costa 100.000 euro e più. Contrariamente a quanto sostiene la Deutschen Bauernverbandes, la fine dei sussidi per il diesel non comporterà né la morte di grandi aziende agricole né la fine dell’agricoltura in Germania. Al contrario, alla fine renderà la produzione di questo Paese più rispettosa del clima e quindi più sostenibile. Sì, in singoli casi ogni euro conta per le aziende agricole, cioè per le piccole aziende agricole. Ma questo è dovuto principalmente ad una politica agricola fallita. Sotto forma di sussidi agricoli dell’Ue, 5 miliardi di euro sarebbero sufficienti per controbilanciare in modo mirato le conseguenze sociali di un simile taglio. Bisogna solo ridistribuire finalmente il denaro e non semplicemente distribuirlo in base alle dimensioni del territorio. Attualmente chi coltiva molta terra ottiene molto: questo è estremamente ingiusto».

Lo studio di Greenpeace suggerisce di distribuire i fondi in modo diverso e che i sussidi dannosi devono essere eliminati gradualmente e completamente entro il 2030. Per Hofstetter «Dovrebbe invece essere promosso un uso del territorio che stocca in modo continuo e permanente il carbonio dannoso per il clima, ad esempio attraverso brughiere riumidificate e sistemi agroforestali. Abbiamo bisogno anche di una tassa sui pesticidi per ridurre l’uso eccessivo di pesticidi e allo stesso tempo poter sostenere misure ecologiche alternative di protezione delle piante (come rotazioni alternate e quindi sane delle colture)».

Nonostante le proteste degli agricoltori e dei camionisti stiano attirando l’attenzione mediatica, Hofstetter è convinto che il governo semaforo «Non deve arrendersi quando manifestanti particolarmente rumorosi bloccano autostrade e ospedali, collaborano con radicali ed estremisti di destra, assediano politici in privato e diffondono informazioni false. La decisione della coalizione semaforo farà felici queste forze. La Deutschen Bauernverbandes deve anche chiedersi seriamente quali scenari invoca e di chi sta facendo il gioco. Questo significa che difficilmente è possibile una collaborazione costruttiva o anche un ulteriore dialogo futuro.In definitiva, dobbiamo raggiungere un’equa distribuzione degli oneri nell’intera società. Il ricavato delle tasse sulla CO2 – per carburante, gasolio, gas o, in futuro, carne – deve essere restituito ai cittadini come denaro per il clima, al fine di garantire un risarcimento, soprattutto per le persone a basso reddito. E per finanziare e promuovere gli investimenti nella protezione del clima, i grandi beni cresciuti nell’economia dei combustibili fossili devono essere tassati tramite una “carbon tax sulla ricchezza”».

fonte: greenreport.it