La casa nonostante tutto. Sì al green, ma ai proprietari serve un supporto economico dello Stato

Sima: con case green riduzione stress fino al 60%, benessere e creatività aumentano del 15%

Il rapporto “La casa nonostante tutto” pubblicato da Federproprietà e Censis in collaborazione con SIMA e Cdp  tratteggia un quadro originale e misura quanto è cresciuto il valore sociale della casa e dal quale emerge che «Tasse, costi di mantenimento e disposizioni comunitarie sull’efficientamento energetico, da un lato, inflazione, rialzo dei tassi di interesse con relativa maggiore onerosità dei mutui dall’altro, hanno fragilizzato la funzione sociale della casa, rendendo più problematico il rapporto con un bene da sempre percepito come un traguardo importante nei progetti di vita delle famiglie italiane».

Il 2° Rapporto verifica se e in che misura, in questo tempo difficile, la casa per gli italiani continua ad operare come fonte di sicurezza.e ne emerge la conferma che la casa è un pilastro della sicurezza nonostante tutto: «L’83,2% degli italiani considera la proprietà della casa in cui vive un fattore di sicurezza e stabilità. La pensano così il 76,9% dei 18-34enni, l’82,4% dei 35-64enni e l’89,3% delle persone con 65 anni e oltre. Per il 78,4% degli italiani la casa è espressione della propria identità e della propria personalità, per il 69,1% è un investimento sempre sicuro e il 50,0% dei proprietari dichiara che non venderà mai la propria abitazione perché vuole tramandarla in eredità ai figli o ai nipoti. I dati confermano che nella società italiana la casa di proprietà è ancora un pilastro della stabilità individuale e della coesione sociale».

Tra i proprietari di casa che stanno pagando un mutuo  il 35,9% dichiara che il rialzo dei tassi di interesse ha reso difficoltoso il pagamento delle rate. In maggiore affanno sono i più giovani: il 42,6% dei 18-34enni rispetto al 39,5% dei 35-64enni e al 26,1% delle persone con 65 anni e oltre.  Tra i residenti delle regioni del Centro (41,4%) e del Sud (37,2%) si riscontrano le maggiori difficoltà, rispetto a chi vive nel Nord del Paese (il 32,2% nel Nord-Ovest e il 33,4% nel Nord-Est).

L’accesso alla proprietà della prima casa è diventato più difficile: il 59,8% dei non proprietari dice che il rialzo dei tassi di interesse ha reso più oneroso e complicato l’eventuale acquisto di un’abitazione. Vale per il 61,9% dei 18-34enni, meno per le persone di 65 anni e oltre (il 50,8%).

Ma, da fattore di agio la casa di proprietà sta diventando fattore di potenziam le disagio. Come spiega il Censis, «Il 75,5% degli italiani dichiara che le spese relative alla casa, come il condominio, le bollette, le tasse, pesano molto sul proprio budget familiare. La percentuale sfiora l’80% tra le famiglie con redditi bassi e scende al 57,6% tra quelle più abbienti. Sentono molto il peso dei costi della casa sul proprio budget il 73,4% dei residenti nel Nord-Ovest, il 70,9% nel Nord-Est, il 79,0% al Centro e il 77,8% nel Sud. La gestione della casa si fa nel complesso più gravosa e la sua proprietà rischia di trasformarsi da fattore di tutela in fattore critico».

Il 60,8% delle persone a rischio di povertà è proprietaria della casa in cui vive e, nonostante il raffreddamento dei prezzi nel corso di quest’anno, il comparto casa (abitazione, acqua, elettricità, gas) ha registrato le variazioni più elevate nel primo (+24,7%) e nel secondo trimestre del 2023 (+14,0%), molto superiori al tasso di inflazione medio (+9,0% nel primo e +7,5% nel secondo trimestre del 2023). Solo nel terzo trimestre dell’anno il taglio netto dei costi di energia elettrica e gas ha riportato i costi della casa a un +4,2%».

Tra i requisiti fondamentali per l’acquisto futuro di una casa, il 64,6% degli italiani include la classe energetica. Lo considera un fattore discriminante per l’acquisto della casa il 66,1% dei giovani, il 65,7% dei 35-64enni e il 61,5% degli anziani.

Per qyuanto riguarda la direttiva europea Casa green per l’efficientamento energetico delle abitazioni, il 73,3% degli italiani dichiara di esserne a conoscenza. Per il 51,1% la direttiva è un atto positivo, perché prevede una serie di interventi necessari per ridurre l’inquinamento. Il 40,1% l’apprezza per il risparmio energetico che ne conseguirà. Ma il 22,0% teme che la sua applicazione possa tradursi in un ulteriore aggravio dei costi di gestione degli immobili, mentre il 16,3% dei proprietari prevede che gli interventi non saranno economicamente sostenibili e il 10,7% è preoccupato per un eventuale crollo dei prezzi delle case, dove non saranno fatti gli ammodernamenti.

Per il 90,2% degli italiani gli interventi dei proprietari devono essere accompagnati da aiuti economici dello Stato come detrazioni, incentivi, altre misure di sostegno. «Green sì, quindi, ma è decisiva la tutela della sostenibilità economica delle famiglie proprietarie», evidenzia il rapporto.

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ricorda un altro aspetto non direttamnte economico delle case green: «La possibilità di creare connessioni tra uomo e natura in ambienti confinati come case e uffici, denominata “architettura biofilica”, consente non solo di ottimizzare l’efficienza energetica determinando forti risparmi in bolletta, ma aumenta in modo considerevole il benessere umano, migliorando la qualità della vita e riducendo lo stress».

In base ai dati forniti da Sima, «Una casa “green” caratterizzata da ventilazione e illuminazione naturali, pareti, tetti e lucernari in vetro o materiali riflettenti, sistemi di schermatura solare, pareti verdi e uso di piante viventi, consente di ridurre lo stress di chi la abita fino al -60%, migliora la qualità delle performance tra il +10% e il +25%, e incrementa il benessere generale e la creatività del +15%».

Rita Trombin, psicologa ambientale ed esperta di biophilic design per Sima, aggiunge che «Questa scienza-applicata fa leva sulla biofilia per migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle case, offrendo vantaggi come la riduzione del consumo energetico tramite ventilazione naturale, l’utilizzo di materiali ad alta massa termica e l’ottimizzazione della luce naturale. Il biophilic design, riconosciuto in standard internazionali come Well e Leed, porta al recupero dallo stress e la rigenerazione delle risorse psicofisiche, contribuendo così al risparmio energetico a livello individuale. In sintesi, la casa biofilica non solo migliora l’efficienza energetica delle abitazioni ma anche quella di chi la vive. In conclusione, il biophilic design si rivela una soluzione efficace sia per ridurre il consumo energetico delle abitazioni quanto quello degli individui, generando salute e benessere psicofisico».

Se la proprietà della casa è tra le aspirazioni top degli italiani, c’è anche attenzione per soluzioni abitative nuove, come il social housing in locazione. Per il 24,6% il social housing rappresenta una soluzione temporanea, nell’attesa di poter acquistare una casa di proprietà, e per il 22,2% è in primo luogo un servizio abitativo, attraverso il quale poter reperire un alloggio temporaneo. Per meno di un italiano su tre (28,1%) rappresenta un’alternativa all’acquisto di una casa di proprietà. Molto più alto è il consenso per il senior housing, come soluzione abitativa riservata alle persone anziane. Al 78,9% degli italiani piace. Per il 76,1% è una soluzione che permette di affrontare la vecchiaia con serenità vivendo in un ambiente protetto, per il 20,7% offre la possibilità di un accesso agevolato a servizi sanitari e socio-assistenziali.

fonte. greenreport.it