Trattativa Stato-mafia, la Carnevalesca sentenza della Cassazione

di Giorgio Bongiovanni

Un gioco di prestigio, magie ed illusioni con l’aggiunta di mille giravolte e giustificazioni a colpi di cavilli ed espedienti giuridici che neanche l’ex presidente della prima sezione penale della Cassazione, Corrado Carnevale (detto “ammazzasentenze” e che in un’intercettazione definiva Giovanni Falcone un cretino) avrebbe saputo fare di meglio.
Per capire le 95 pagine di motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione del processo Trattativa Stato-mafia è necessario interpellare il mago Silvan o l’illusionista statunitense David Copperfield. Perché di fronte ai fatti che sono emersi in decenni di inchieste e processi tutto viene banalizzato e circoscritto in terminologie giuridiche per spiegare il perché la Suprema corte, lo scorso 29 aprile, ha annullato senza rinvio le assoluzioni degli alti ufficiali del Ros dei carabinieri, Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni, che in secondo grado erano stati giudicati non colpevoli perché il fatto non costituisce reato. Ugualmente i giudici giudicavano Marcello Dell’Utri non colpevole “per non aver commesso il fatto”, mentre i soliti boss mafiosi, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà, venivano “salvati” dalla prescrizione, essendo decorsi oltre 22 anni dalla consumazione del reato tentato, riformulato in “tentata minaccia a corpo politico dello Stato”.
Non siamo magistrati, né professori universitari, ma di sentenze, in tanti anni in cui ci occupiamo di cronaca giudiziaria, ne abbiamo lette a centinaia.
E questa emessa dalla sesta sezione penale presieduta da Giorgio Fidelbo (consigliere estensore Fabrizio D’Arcangelo) è indubbiamente una sentenza “spettacolare” e “straordinaria”. Sportivamente parlando è stato eseguito un perfetto triplo mortale all’indietro con doppio avvitamento. Un tuffo in acqua da “dieci e lode” tanto che anche Carnevale non potrebbe far altro che applaudire di fronte a chi è stato capace di superarlo.
No, non discuteremo l’assoluzione degli ufficiali dell’Arma, dei politici o dei mafiosi. Ma questa sentenza è tragicomica per le sue considerazioni. Perché al di là del diritto le valutazioni espresse sono un’offesa all’intelligenza degli italiani per tutto ciò che è avvenuto negli anni delle stragi.
Per i lettori che vorranno leggere questo “gioco di prestigio” possono scaricare tranquillamente la sentenza.
Noi non accettiamo il colpo di spugna che viene dato alla storia. A tutto ciò che è avvenuto prima e durante questo processo. Noi non dimentichiamo.
E così come avevamo fatto il giorno della sentenza torniamo a ripetere ciò che ormai è chiaro a tutti.
Con questo pronunciamento lo Stato sancisce che trattare con le organizzazioni criminali mafiose più potenti del mondo (Cosa nostra, la ‘Ndrangheta, la Camorra e così via) è legittimo. Possono stare tranquilli i funzionari, i militari ed i politici di turno.
Poco importa se ciò genera altre vittime. E’ tutto lecito. Lo garantisce la Cassazione. Garantisce questo e anche altro.

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fonte: antimafiaduemila.com