Il Ponte sullo Stretto, le mafie, Don Ciotti e Salvini il meridionalista

Il leader di un partito che voleva la secessione dall’Italia ora “difende” i terroni che diffamava

di
Umberto Mazzantini

Intervenendo a un’iniziativa antimafia a Bovalino, in Calabria, il presidente di Libera Don Luigi Ciotti ha detto, tra le altre molte cose,  «Attenzione, c’è il rischio, poi si dovrà lottare sia ben chiaro, che il Ponte sullo stretto non unirà due coste, ma due cosche sicuramente sì».
La cosa ha fatto arrabbiare moltissimo il ministro delle infrastrutture e dei trasporti e segretario della Lega ex Nord Matteo Salvini  che ha attaccato Don Ciotti: «Mi ha fatto specie leggere le parole di un signore in tonaca che ha detto che questo ponte più che unire due coste unirà due cosche. Un’affermazione di un’ignoranza, una superficialità senza confini. È una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di italiani. Il ponte sullo Stretto è la più grande operazione antimafia dal Dopoguerra a oggi». Dopo aver chiesto a Don Ciotti di vergognarsi per le sue parole di «Pessimo gusto», Salvini  ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Le infrastrutture portano lavoro e sviluppo al Sud, e sono la più grande opportunità di lotta alle mafie. Se qualcuno pensa che milioni di Siciliani e Calabresi siano ostaggi, o peggio ancora complici, delle cosche sbaglia. Io credo nei ragazzi, negli imprenditori e nei lavoratori del Sud, io credo nell’Italia e nel futuro». E poi ancora. «Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche. Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia pizza e mandolino, fa schifo ma è all’estero. Se c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come mafia, pizza e mandolino, se espatria fa un favore a tutti».

Fa naturalmente piacere che Salvini rinneghi tutto il campionario di antimeridionalismo leghista dei bei tempi della Padania e dalla secessione dal resto dell’Italia ladrona e parassita del Nord virtuoso e lavoratore. Ma che Salvini – quello del Vesuvio che doveva lavar via i napoletani e dei meridionali vagabondi e mafiosi – cerchi di accollare a Don Ciotti quelli che sono stati  – davvero e per molto tempo – i cavalli di battaglia politici del suo Partito che con il tricolore italiano invitava a pulircisi il culo, le battutacce e le accuse ai terroni di essere dei parassiti e che hanno costituito il trampolino di lancio della sua carriera politica, che Salvini accusi Don Ciotti di essere prono agli stereotipi sul meridione che lui declamava nei raduni di Pontida e alle feste alcooliche della Lega per la Padania, è davvero politicamente indecente.  Che Salvini inviti Don Ciotti ad andarsene da un Paese che per il Salvini secessionista non doveva nemmeno più esistere è ridicolo.

Anche per questo, ANPI, Arci, Acli, Greenpeace, Legambiente e Wwf scrivono in una nota congiunta: «Esprimiamo solidarietà e vicinanza a don Luigi Ciotti dopo gli insulti che gli ha rivolto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Estrapolare una frase dal contesto generale nel quale è stata pronunciata può, in talune circostanze, deviare il significato delle cose, fino a legarle a logiche e usi impropri. Dopo aver ricostruito le circostanze per le quali il ministro Salvini ha duramente attaccato il presidente di Libera appellandolo come un “signore in tonaca” che mette insieme “cosche e coste” offendendo milioni di cittadini calabresi e siciliani esprimiamo la nostra piena solidarietà e il ringraziamento a don Luigi Ciotti per l’impegno instancabile che profonde nella lotta alle mafie e per l’affermazione della legalità. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, prima di scagliarsi contro una persona a cui il Paese deve molto, avrebbe fatto bene a informarsi meglio sulle circostanze e il contesto in cui don Luigi ha pronunciato la frase che gli viene contestata. Ad essere ignoranti, volgari e superficiali sono le parole di un ministro della Repubblica che ignorando il disastro delle mobilità nel Mezzogiorno, a partire dai ritardi drammatici della rete ferroviaria in Sicilia e Calabria, oltre all’emergenza climatica che devasta il Paese, rilancia con superficialità il progetto di un fantasmagorico e costosissimo Ponte sullo Stretto, usando toni volgari nei confronti di chi spende la sua vita contro le mafie, molto più concretamente di quanto abbia mai fatto Salvini nella sua carriera politica».

fonte: greenreport.it