In Europa calano i profughi, ma il diritto d’asilo è minacciato

Unhcr: «Stop ai respingimenti e alla violenza contro richiedenti asilo e rifugiati»

Il numero di migranti, profughi e richiedenti asilo in arrivo nell’Unione europea continuano a diminuire ogni anno. Nel 2020 sono arrivate via mare e via terra 95.000 persone, una riduzione del 23% rispetto al 2019 (123.700) e del 33% rispetto al 2018 (141.500). Ma l’United Nations High Commissioner for Refugees (Unhcr) «è allarmata per la frequenza crescente con cui rifugiati e richiedenti asilo vengono espulsi e respinti alle frontiere terrestri e marittime dell’Europa, e chiede agli Stati di indagare e fermare queste pratiche».

L’assistente alto commissario dell’Unhcr per la protezione, Gillian Triggs, ha sottolineato che «L’Unhcr ha ricevuto un flusso continuo di segnalazioni su Stati europei che limitano l’accesso all’asilo, respingendo le persone dopo che hanno raggiunto il proprio territorio o le proprie acque territoriali, e usando la violenza contro di loro alle frontiere. I respingimenti vengono effettuati in modo violento e apparentemente sistematico. Imbarcazioni che trasportano i rifugiati vengono riportate indietro. Le persone che sbarcano vengono radunate e poi respinte in mare. Molti hanno riferito di violenze e abusi da parte di forze statali».

L’agenzia Onu per i rifugiati  ricorda che «Anche le persone che arrivano via terra sono detenute informalmente e respinte con la forza nei Paesi vicini senza alcuna considerazione delle loro esigenze di protezione internazionale. La Convenzione sui Rifugiati del 1951, la Convenzione Europea sui Diritti Umani e la legge dell’Unione Europea obbligano gli Stati a proteggere il diritto delle persone a chiedere asilo e protezione dal refoulement, anche se entrano irregolarmente. Le autorità non possono negare automaticamente l’ingresso o rimpatriare le persone senza effettuare una valutazione individuale di chi ha bisogno di protezione».

Triggs evidenzia che «Rispettare le vite umane e i diritti dei rifugiati non è una scelta, è un obbligo legale e morale. I Paesi hanno il legittimo diritto di gestire i loro confini in conformità con il diritto internazionale e devono anche rispettare i diritti umani. I respingimenti sono semplicemente illegali”, “Il diritto di chiedere asilo è un diritto umano fondamentale. La pandemia di Covid-19 non consente di fare eccezioni; è possibile proteggersi dalla pandemia e garantire l’accesso a procedure di asilo eque e veloci».

L’Unhcr ha espresso chiaramente le sue preoccupazioni agli Stati europei e chiede «Indagini urgenti su presunte violazioni e maltrattamenti basate su testimonianze credibili e corroborate da organizzazioni non governative, media e rapporti open-source». Triggs aggiunge: «Chiediamo l’istituzione di meccanismi di monitoraggio nazionali indipendenti per garantire l’accesso all’asilo, per prevenire le violazioni dei diritti alle frontiere e per assicurare che vengano accertate le responsabilità. Il monitoraggio indipendente è proposto anche dal Patto dell’UE ed esortiamo gli Stati membri a sostenerlo».

L’Unhcr riconosce che «Alcuni Stati hanno una responsabilità sproporzionata nell’accogliere i nuovi arrivi ed invita gli altri Stati europei e l’Ue a dimostrare solidarietà nei loro confronti». Per questo invita anche i Paesi europei a «Mantenere i loro impegni esistenti per la protezione dei rifugiati, ammettendo i richiedenti asilo alle loro frontiere, soccorrendoli in mare e permettendo lo sbarco e registrando e sostenendo i nuovi richiedenti asilo. L’Unhcr è pronta ad assistere gli Stati nell’adempimento di questi obblighi internazionali in materia di asilo».

Triggs conclude: «Con così pochi arrivi in Europa, questa situazione dovrebbe essere gestibile. E’ deplorevole che l’asilo rimanga una questione politicizzata e divisiva nonostante i numeri in calo».

fonte: greenreport