Dopo il terremoto e la neve adesso anche i fiumi spaventano l’Italia centrale

«Quando la neve si scioglierà le portate dei fiumi aumenteranno ulteriormente e le valli potrebbero entrare in crisi»

terremoto slavina hotel

«Il numero di eventi della sequenza sismica in Italia Centrale ha superato complessivamente il numero di 47.600 dal 24 agosto 2016», hanno informato da pochi minuti dall’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che solo ieri fermava il computo a quota 47mila: nelle ultime 24 ore si sono dunque susseguite circa 600 nuove scosse di terremoto nell’area, anche se «non si sono registrati eventi di magnitudo maggiore o uguale di 4.0, mentre sono stati una decina i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4».

Continuano dunque in condizioni di estrema difficoltà i soccorsi nell’area colpita, che all’interno dell’hotel Rigopiano colpito da una slavina stanno aprendo il velo su una tragedia: dei circa 35 ospiti presenti all’interno della struttura, solo sei persone sono state al momento tratte in salvo dalle macerie.

E mentre prosegue la drammatica ricerca, già si stagliano all’orizzonte nuove difficoltà per il Centro Italia.

«Quando la neve si scioglierà le portate dei fiumi aumenteranno ulteriormente e le valli potrebbero entrare in crisi. Bisogna porsi anche il problema di quello che potrebbe accadere dopo – spiega Gilberto Pambianchi, presidente nazionale dell’Associazione italiana di geomorfologia e docente dell’Università di Camerino – È probabile che il mutamento causato dal terremoto possa manifestarsi con la destabilizzazione dei versanti. Oggi  la tecnologia è dotata di tutti gli strumenti finalizzati al controllo dei versanti.  A tutto questo potrà aggiungersi un altro fattore non secondario in quanto le falde acquifere potrebbero addirittura depauperarsi con conseguenze dure anche durante la ricostruzione che sicuramente sarà lunga. Il depauperamento delle falde acquifere può portare ad assenza di acqua, dunque ad una crisi idrica. Questi temi ovviamente non sono nuovi alla comunità scientifica ma rappresentano una novità per l’opinione pubblica. C’è il decreto 189 del 2016 – Misure per l’ambiente che necessita di integrazioni. Nello stesso decreto si pone il tema della rimozione delle macerie di un terremoto ma è fondamentale anche trattare il tema della sicurezza dopo un terremoto. Oggi la tecnologia offre tutti gli strumenti satellitari per intervenire in fase preventiva sui versanti delle montagne, ma è necessario che tutto ciò sia previsto dal decreto e che si inserisca la geomorfologia nelle norme vigenti».

fonte: greenreport.it