Di Matteo, la condanna a morte e il processo trattativa

“A very Sicilian Justice”, il docu-film di Al Jazeera
di Giorgio Bongiovanni

di matteo frame docufilm
Ci voleva un’emittente televisiva come Al-Jazeera per realizzare un docu-film serio, profondo, basato su fatti veri, per far conoscere la storia di un magistrato condannato a morte come il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo. Un documentario in cui, attraverso le parole dello stesso magistrato, di giornalisti come Saverio Lodato, Salvo Palazzolo e Lorenzo Baldo, di familiari di vittime di mafia come Salvatore Borsellino, e poi ancora collaboratori di giustizia e testimoni del tempo si illustra il palcoscenico criminale che ha visto Palermo e la Sicilia come protagoniste e che si è sviluppato nel corso del tempo fino ad arrivare ai fatti del processo trattativa Stato-mafia.
Tanti pezzi di una storia che viene sapientemente messa in evidenza grazie alla straordinaria regia di Paul Sapin, al lavoro di produzione di Toby Follett, senza trascurare i dettagli della sceneggiatura e della fotografia. Un lavoro avvalorato dalla presenza del Premio Oscar Helen Mirren, voce narrante capace di trasmettere tutto il proprio sentimento e passione (così come ha espresso nell’intervista che leggerete anche nel nostro giornale) arrivando ad esprimere la propria solidarietà a tutti quei magistrati che rischiano la morte e che sono in prima linea nella lotta contro la mafia e la corruzione, come Nino Di Matteo.
Nel documentario si dimostra come su di lui non vi siano solo minacce di morte, ma una vera e propria condanna, proveniente dai vertici di Cosa nostra con il Capo dei capi, Totò Riina, che lancia i suoi strali dal carcere. Un dato, questo, spesso non evidenziato dalla grande stampa e dalla tv italiana.
Il docu-film ha anche un altro merito. Quello di dare voce a quella società civile sana di Palermo che dimostra come vi sia una voglia di riscatto. Associazioni come le Agende Rosse di Salvatore Borsellino o Scorta Civica che si impegnano nella richiesta di verità e giustizia sulle stragi oltre che nell’esprimere sostegno per i magistrati minacciati dalle mafie.
Un documentario che a nostro giudizio andrebbe proiettato nelle scuole per permettere a tanti giovani di capire cosa è accaduto e cosa sta accadendo nel nostro Paese, e soprattutto a Palermo, in Sicilia.
Sarebbe straordinario se la Rai, il Servizio pubblico, dovesse decidere di comprare questo docu-film e quindi trasmetterlo per far sensibilizzare l’opinione pubblica su questi fatti. Perché la lotta alla mafia non è finita. Il nostro Paese deve sapere che il Sistema criminale è ancora forte e che c’è ancora “qualche giudice a Berlino” che, nonostante tutto, cerca ancora di dare un volto ai mandanti e agli assassini di magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle stragi.
Assassini che purtroppo si annidano anche dentro le nostre Istituzioni, perfettamente inseriti in quei poteri forti (le recenti inchieste romane e milanesi lo dimostrano) che restano presenti ancora oggi nel nostro Paese.

fonte:antimafiaduemila.com