SANGUE INFETTO / LE INDECENTI PROPOSTE MINISTERIALI

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Andrea Cinquegrani

Strage del sangue infetto, dopo anni e anni di attesa prima udienza fissata per metà marzo al tribunale penale di Napoli. Alla sbarra il re mida della Sanità Duilio Poggiolini, alcuni funzionari ministeriali e dirigenti di aziende impegnate nel settore degli emoderivati. Intanto, prosegue la battaglia campale delle migliaia di infettati presi due volte a calci dallo Stato: che non ha controllato, e che ora non paga – o paga cifre da elemosina – quando anche il danno è stato accertato.

Andrea Spinetti

Andrea Spinetti

Sintetizza Andrea Spinetti, uno tra i tanti infettati e battagliere presidente del “Comitato vittime sangue infetto” che con i radicali ha indetto nei giorni scorsi una conferenza stampa a Roma per denunciare la vergogna di stato: “Prima ci hanno infettati con trasfusioni di sangue non testato o con emoderivati non controllati, poi le cause infinite e i risarcimenti che non arrivano. Quindi i tentativi di transazione che vanno a vuoto e poi ancora il tentativo di tacitare tutto con 100 mila euro che secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo può essere un ‘rimedio interno’ che può essere giudicato congruo”.

I legali del comitato annunciano un nuovo ricorso in sede europea, dopo la sentenza che condanna il nostro Paese “non per i danni causati dalla mancata vigilanza sul farmaco, ma per le lungaggini dei processi, le mancate transazioni e i risarcimenti che non arrivano”. Un ricorso che verrà proposto davanti alla “Grand Chambre”. Ecco alcuni numeri della strage, forniti dal comitato: oltre 120 mila decessi e contagi tra gli anni ’70 e i ’90, circa 20 mila le cause attualmente in piedi davanti ai tribunali italiani per i risarcimenti. Accusa l’avvocato Anton Giulio Lana: “I danneggiati stanno morendo e aspettano. Il ministro della Salute Lorenzin dimentica che il ricorso alla Corte europea era legato alla durata dei processi e non al danno subito”.

Ma ecco il parere di alcuni che stanno vivendo “una vera e propria odissea – come sottolinea il radicale Riccardo Magi – perchè assistiamo alla violazione

Riccardo Magi

Riccardo Magi

sistematica di diritti fondamentali” (da sottolineare che in questa battaglia l’unica forza politica scesa in campo perchè siano affermati i diritti dei contagiati è quella dei 5 Stelle). Filomena Gallo, dell’associazione Luca Coscioni: “siamo oltre il vergognoso, quando uno Stato non garantisce i malati o studia forme di risarcimento non risarcibili”. Michele De Lucia: “si tratta di una vera vigliaccheria di Stato che scappa e si nasconde, giocando sui ritardi e le prescrizioni”. Durissimo Spinetti: “Una salvifica prescrizione era già nelle maglie del decreto Balduzzi, partorito dal governo Monti nel 2012. Una vergogna che ebbe il merito di deresponsabilizzare tutti, soprattutto sotto il profilo politico. Come una vergogna fu la ‘norma Pinto’, approvata con voto bipartizan, che metteva al riparo i beni della pubblica amministrazione, in questo caso del ministero della Salute, rendendoli intangibili e impignorabili, e obbligando il giudice amministrativo ad ordinare allo Stato quello che lo Stato non riesce o non vuole fare in modo autonomo, e cioè liquidare le sentenze”.

L’elenco delle vergogne non è certo finito. Sottolinea ancora Spinetti: “Dal 2007 per i risarcimenti sono stati accantonati dei fondi, circa 2 miliardi di euro, ma in gran parte quei soldi sono andati in ‘perequazione’. Si tratta cioè di danari non specificamente vincolati ad uno scopo e quindi, dopo un certo tempo, non seguono il percorso deciso sulla carta, ma imboccano altre strade. Una sorta di bancomat abbastanza diffuso in questo Paese sommerso di leggi: ma in questo caso si tratta del bancomat delle vittime per sangue infetto”.

 

NON TI CURAR DI LORO, MA GUARDA E PASSA

Alla redazione della Voce è giunta, fra le tante in questa tragica vicenda, una documentata denuncia, a proposito di uno Stato che ti massacra due volte. Scrive Marco Cau: “Tutto nasce negli anni ’90 quando venni infettato dal virus Hcv (il virus dell’epatite C, ndr) tramite trasfusioni, in quanto essendo talassemico major trasfondo regolarmente ogni 25-30 giorni. Ho dovuto combattere da adolescente per aver diritto alla legge 210, tuttora combatto per essere risarcito del danno biologico e adesso come se non bastasse non mi danno la possibilità di provare a sconfiggere il virus. Nel 2013 ho effettuato un ciclo di cura di 24 settimane con interferone più robavirina e durante la cura, essendo splenectomizzato e talassemico, ho effettuato 23 iniezioni di fattori di crescita in quanto le mie difese immunitarie a causa di una controindicazione dei due farmaci andavano a zero, con conseguenti possibili infezioni mortali. Oggi la cura c’è, ma la Sanità preferisce non curarmi perchè il costo del farmaco è alto e la scusante è che per rientrare nella cura dovrei avere un Fibroscan almeno di 10 ed io ho solo 7,3!!! Quindi non rientro nel programma di cura!!! In poche parole, oltre ad essere danneggiato per colpa loro, mi trattano come uno che si è infettato da solo, la cura è il minimo che la Sanità mi deve/ci deve per quello che è successo. Sembra proprio una barzelletta: se vuoi morire con l’eutanasia non è permesso, se vuoi curarti neanche!!!. Spero che la mia storia serva come ariete per aprire le coscienze e i portafogli di questa strana nazione ‘europea’”.

Lascia senza parole, la missiva di Marco Cau, che lui stesso titola “Desidero curarmi”.

L'avvocato Stefano Bertone durante la recente conferenza stampa

L’avvocato Stefano Bertone durante la recente conferenza stampa

Torniamo ad un paio di pareri legali sul tema dei risarcimenti e dei processi. “I danneggiati sono sottoposti a una sorta di tortura amministrativo-giudiziaria”, secondo l’avvocato Simone Lazzarini. “Molte della cause sono riferite a emofiliaci ai quali venivano somministrati senza problemi farmaci non controllati, all’epoca di Poggiolini, oggi a processo dopo oltre venti anni”.

Ed ecco che ci troviamo a Napoli, dove parte il processo “storico” sul sangue infetto, con il Re Mida Poggiolini imputato eccellente. Solo 9 parti civili, proprio per via della solita prescrizione killer – mai termine fu più appropriato – che ha visto morire centinaia di vittime, senza l’approdo ad un’ombra di giustizia. Tra palleggiamenti e cambi di competenze territoriali, faldoni passati da una toga all’altra come in una macabra pallamano, fascicoli spariti tra un trasloco e l’altro, poi mandati a marcire negli scantinati del tribunale di Napoli, ora si arriva a processo, con un giudice che cambia per l’ennesima volta. A presiedere il collegio (che ha impegnato mesi e mesi per incardinare il processo, tra costituzioni di parti civili contestate e super perizie che non arrivavano mai a conclusione) non ci sarà Giovanna Ceppaluni. “Si tratta della più incredibile strage passata nel silenzio più generale – sottolinea l’avvocato Stefano Bertone, che tutela 5 parti civili – ma è solo la punta dell’iceberg, perchè per portare sul banco degli imputati i vertici delle altre case farmaceutiche estere coinvolte nei traffici di emoderivati, ci vogliono delle rogatorie internazionali, che significano ulteriori lungaggini. Ma ci auguriamo che in diversi tribunali italiani possano presto incardinarsi altri procedimenti, perchè sia resa giustizia, anche se in enorme ritardo, a chi ha perso la vita e ai familiari che cercano da anni verità e giustizia”.

 

CHI E’ ALLA SBARRA AL PROCESSO DI NAPOLI

Un processo, quello partenopeo, che non ha mai visto, né vede, sul banco degli imputati l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, che adesso – tramite i suoi legali – ci invita a rimuovere dal sito tutte le inchieste e gli articoli sul sangue infetto perchè, a loro parere, “ledono l’onore e la reputazione” di De Lorenzo. Quale la nostra colpa? Voler far credere ai lettori che Sua Sanità è implicato nei luridi traffici di emoderivati che hanno dato origine alla strage da sangue infetto. Circostanza del tutto campata per aria.

Abbiamo dedicato, dagli anni ’80 in poi, svariati articoli sia all’ex ministro, che ai tanti business sulla pelle dei cittadini, che al sangue infetto. Ma non abbiamo mai sovrapposto fatti & responsabilità. Abbiamo pubblicato a febbraio 1993 un volume, “Sua Sanità – De Lorenzo story, una spa che scoppia di salute” in cui abbiamo dettagliato tante “imprese” scientifiche e “finanziarie” di casa De Lorenzo: in quell’occasione denunciammo Sua Sanità per ricettazione perchè – incredibile ma vero – prima ancora dell’uscita in libreria De Lorenzo era entrato in possesso delle bozze, tanto da citarci in giudizio a tempo record! Abbiamo continuato a scriverne sulla Voce, dettagliando storie & casi emblematici. L’inchiesta per voto di scambio della Mani pulite partenopea, l’arcipelago societario che ruotava intorno a Sua Sanità, l’autocandidatura al Nobel per le scoperte che pochi nella comunità scientifica hanno mai sentito, il processo per la farmatruffa con barba lunga da perfetta sceneggiata napoletana, la successiva condanna della Corte dei Conti a 5 milioni di risarcimento, anche per i danni d’immagine recati all’Italia: stessa condanna inflitta a Poggiolini e, in misura molto minore, al suo segretario particolare dell’epoca, Gianni Marone, l’uomo che bruciava per ordine del capo i documenti “scottanti” in un pentolone.

Andrea Marcucci

Andrea Marcucci

A proposito di sangue infetto, nei nostri articoli – e anche in Sua Sanità – abbiamo sottolineato due circostanze, e solo quelle: lo stretto, strettissimo legame che ha storicamente unito l’ex ministro della Sanità a Poggiolini, il suo autentico braccio destro ministeriale, senza il cui aiuto non avrebbe mai potuto esistere l’impalcatura di leggi, norme, provvedimenti e burocrazia continuando. E, soprattutto, con la famiglia Marcucci. Più volte abbiamo riportato a galla un episodio ai più ancor oggi ignoto: ossia la candidatura di un giovanotto di belle speranze, e di accesa passione politica, Andrea Marcucci, alle politiche ’92, sotto i vessilli dell’allora Partito Liberale Italiano, segretario politico Renato Altissimo, ma autentico faro De Lorenzo. Il quale pensa bene di presentarsi proprio nel collegio di Firenze, per “trainare” meglio l’ascesa del rampollo di casa Marcucci che di strada, poi, ne ha fatta parecchia: sparito con Tangentopoli il Pli, così come la Dc e parecchio armamentario partitico della prima repubblica, il più giovane onorevole di Montecitorio ha pensato bene di tuffarsi – con la sorella Marialina – nell’onda vincente: e così Andrea seguirà tutta la trafila che dal Pds condurrà fino al grande Pd, per diventare il più fedele scudiero del premier Renzi al Senato, con l’ultimo exploit (un po’ abortito) del super canguro. Mentre Marialina ha dedicato anima e corpo ai media, editore per un paio d’anni (inizio 2000, era dalemiana) della mitica Unità, già entrata nel tunnel della crisi.

Ma si sa, gli amici – soprattutto se nuovi – vanno aiutati. Tanto, prima o poi, i favori tornano: come è capitato a casa Kedrion, la corazzata farmaceutica di famiglia, più volte omaggiata con ricchi cadeau di Stato: dalla strenna natalizia da 150 milioni del governo Monti (dicembre 2011) all’ingresso diretto nell’azionariato della nuova Iri modello Renzi, ossia la generosa Cassa Depositi e Prestiti (quel salutare intervento avvenne con l’ex pci Franco Bassanini al timone, cui è succeduto, pochi mesi fa, l’ex prodiano e banchiere d’affari Claudio Costamagna).

Ci accusano, i legali di Sua Sanità, oltre che di aver “immischiato” il loro assistito in una vicenda e poi un processo nel quale non c’entra (e noi lo ribadiamo), Schermata 2016-03-05 alle 10.33.38di aver utilizzato spesso e volentieri l’immagine, il volto di De Lorenzo per illustrare i nostri articoli sui processi per sangue infetto. Quelle foto ci stanno tutte, perchè i lettori hanno il diritto di conoscere i legami e rapporti intercorsi fra lo stesso De Lorenzo e i protagonisti di tanti affari e vicende (tra cui i traffici di sangue infetto e relative autorizzazioni ministeriali), come Poggiolini e Guelfo Marcucci, che non può essere presente al processo perchè, ultranovantenne, è passato a miglior vita lo scorso Natale. Non è mai stato imputato in quel processo, De Lorenzo: ma val la pena di ricordare che il periodo “incriminato” va dagli anni ’70 ai ’90, e quantomeno – per una maggior precisione – a tutto il ’92: quando regnava ancora Sua Sanità…

Di seguito pubblichiamo integralmente la lunga lettera pervenuta in redazione dallo “studio legale internazionale Saccucci Fares & Partners”. Ai quali, per ulteriore, maggior chiarezza, spieghiamo perchè quegli articoli non possono essere rimossi: perchè la vicenda sangue infetto non ha coinvolto De Lorenzo, né noi l’abbiamo mai scritto o sostenuto, ma dei suoi “amici”. E soprattutto perchè qualsiasi normativa – peraltro mai approvata dal nostro parlamento – sul presunto “diritto all’oblio” non può e non potrà mai riguardare storie che gridano solo vendetta, come quella sul sangue infetto: dove a rimetterci la pelle sono i povericristi come i cento, mille, diecimila Cau, calpestati da chi ha fatto e continua a fare le sue fortune sul Sangue dei cittadini, dai politici che li proteggono e da uno Stato complice ed evasore. Su queste storie non ci potrà mai essere oblio: come a Dachau.

 

SCRIVONO ALLA VOCE GLI AVVOCATI DI FRANCESCO DE LORENZO

leggi la lettera qui

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Per approfondire:

 

STRAGE DEL SANGUE INFETTO / STRASBURGO CONDANNA, NOI NO – 15 gennaio 2016

STRAGE PER IL SANGUE INFETTO / A NAPOLI COMINCIA IL PROCESSO, POGGIOLINI ALLA SBARRA – 19 dicembre 2015

Scandalo sangue infetto – il processo per omicidio plurimo resta a Napoli: al via il 9 novembre – 13 ottobre 2015

LA STRAGE DEL SANGUE INFETTO. IMPUTATI INCAPACI? GIUSTIZIA KILLER – 10 luglio 2015

SANGUE INFETTO, PROCESSO A RISCHIO. GLI AVVOCATI: VERGOGNA DI STATO – 2 luglio 2015

 

Fonte:Lavocedellevoci