Le vittime di Mafia e l’Italia di oggi

di Nicola Tranfaglia

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Ieri in cento città italiane, a cominciare da Messina dove si è svolto un corteo nazionale, si è celebrata una ricorrenza che soltanto da qualche anno (è il ventunesimo in ordine di tempo) è diventata una ricorrenza nazionale della repubblica: è la “giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia”.
In risposta a quelle associazioni mafiose che hanno devastato da centinaia di anni il nostro Paese un gran numero di cittadini, fedeli alla carta costituzionale, ha voluto un segno di attenzione verso le famiglie colpite dal dolore e dalla violenza che le mafie hanno portato contro di loro.
Il fondatore e presidente nazionale dell’Associazione Libera don Luigi Ciotti ha detto nel suo discorso a Messina: “Lo dobbiamo a loro, alle vittime (che a Messina sono stati – tra gli altri e le altre – Graziella Campagna, Attilio Manca, Beppe Alfano, Annamaria Cambria, Giuseppe Sottile, Giuseppe Mazza, Ignazio Aloisi) – che ci hanno permesso di capire la portata della violenza mafiosa che colpisce i corpi e le anime. Loro che ci hanno invitato a denunciare il rischio di una memoria selettiva che ricorda solo le “vittime di primo piano” (ed è importante farlo) dimenticando tutti gli altri. Loro ci hanno chiesto di costruire un ponte con le nuove generazioni… No all’inganno della memoria di circostanza, mai una esibizione di identità ma una memoria sempre al servizio per il bene di tutti e per un bisogno di autorità.”
“Il 21 marzo – ha concluso il fondatore di Libera – è sempre la tappa di un impegno che dura 365 giorni all’anno nelle scuole, nelle università e nelle associazioni, nelle parrocchie e dovunque i cittadini vivono quella responsabilità per il bene comune che è il primo antidoto contro quello che è ormai riconosciuto come il ‘male italiano’, ovvero la corruzione e il fenomeno mafioso in tutto il Paese”.
Purtroppo, e questo va ricordato nel ventunesimo anno della giornata della “memoria”, le associazioni mafiose non sono state battute e hanno avuto al contrario la capacità di essere presenti in tutto il territorio nazionale grazie al rapporto costante intrattenuto con le classi politiche e dirigenti e continuano ad avere un peso negli affari di quelli che contano in Italia. Realizzano così l’opposto di quel che vorrebbe la nostra carta costituzionale ancora in vigore malgrado gli attacchi che continua a subire.

fonte:antimafiaduemila.com