ANTIMAFIA / VIA LA “IMPRESENTABILE” BINDI E DENTRO IL 
RENZIANO FIANO

Cristiano Mais

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Ha osato – pur tra errori ed omissioni – preparare la lista degli “impresentabili” (compreso il governatore della Campania Vincenzo De Luca) in occasione delle ultime politiche? Ha attentato all’orgoglio partenopeo parlando di “camorra ormai fisiologica” per Napoli? E’ una antirenziana ortodossa, una delle ultime nella sua specie, un Panda in via d’estinzione? Bene, ci sono tutti gli ingredienti perchè il numero uno dell’Antimafia, Rosy Bindi, venga cacciata e sostituita. “Normale prassi governativa – fanno notare a Montecitorio – è sempre successo che a metà legislatura i presidenti di commissione passino il testimone, per una rotazione ormai diventata consuetudine”. Peccato che la commissione Antimafia sia sempre stata “immune” da tale eccentrico valzer: in quasi trent’anni è capitato solo nel 2000, quando al vertice sedeva l’ex sindacalista Cgil Ottaviano Del Turco, che diventò ministro e lasciò la poltrona al Pd siciliano Giuseppe Lumia.

Scalda i muscoli, perciò, il candidato unico alla successione, l’attuale capogruppo Pd in commissione Affari Costituzioni e soprattutto renziano di ferro, Emanuele Fiano. Tra le ultime medaglie al petto, anche una rinuncia, ossia la corsa a sindaco di Milano: il capo Renzi gli ha chiesto di farsi da parte per favorire la corsa di Beppe Sala e lui subito ha risposto “obbedisco”.

Ulivista e cuor di Ds, prima veltroniano doc, poi franceschiniano, è un architetto subito prestato alla politica e al “sociale”. Milanese, è anche segretario, da più di dieci anni, di “Sinistra per Israele”, associazione fondata con Piero Fassino, ri-candidato sindaco a Torino, e l’ex direttore dell’Unità Furio Colombo.

Rosy Bindi. In apertura Emanuele Fiano

Rosy Bindi. In apertura Emanuele Fiano

Una normalizzazione, dunque, in arrivo all’Antimafia? Certo non hanno fatto la storia, Bindi, Claudio Fava (il vice) & C., segno del resto distintivo per tutte le commissioni precedenti, più che altro impegnate e riscrivere il già scritto e osservare l’acqua che da calda diventa tiepida; o anche a elaborare cure omeopatiche per debellare le mafie, quando ad esempio militavano nella Commissione ‘O ministro Paolo Cirino Pomicino e mister Centomila Alfredo Vito.

Qualche barlume, però, ultimamente si era visto. Come un significativo rapporto sui giornalisti minacciati, in tutto il Paese, dalle mafie: appena partorito nella sua nuova stesura, oltre 100 pagine dense di storie a base di cronisti che cercano tutti i giorni di fare il loro lavoro di denuncia, quasi sempre per pochi spiccioli e spesso a pesante rischio della loro incolumità. Il rapporto, contenuto nella relazione antimafia, è basato sul preziosissimo lavoro quotidiano di monitoraggio e raccolta dati svolto da “Ossigeno per l’Informazione”, la onlus costituita oltre dieci anni fa da Alberto Spampinato, fratello del giovane cronista dell’Ora di Palermo ucciso dalla mafia.

E lifting anche per la commissione Anticamorra della regione Campania. Da cinque mesi era vacante la poltrona di presidente, occupata dalla forzista

Carmine Mocerino

Carmine Mocerino

Monica Paolino, costretta alle dimissioni per via di un’inchiesta della Dda di Salerno sul voto di scambio politico mafioso: sotto i riflettori la Paolino con il marito, Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati. Stavolta il cambio è nel segno della continuità: è sotto inchiesta, infatti, anche il fresco presidente, Carmine Mocerino, per la “Rimborsopoli” alla Regione. Otto i consiglieri accusati di peculato, tra essi Mocerino e due pezzi da novanta del Pd locale, Mario Casillo e Nicola Marrazzo. A inizio febbraio si è svolta la prima udienza del processo.

Ex sindaco di Somma Vesuviana, Mocerino, consigliere regionale dal 2010, prima con l’Udc, poi per la “Lista Caldoro” (a sostegno dell’ex Governatore berlusconiano Stefano Caldoro), imprenditore nel ramo della frutta secca, pochi campani sono a conoscenza di una sola iniziativa, un solo provvedimento adottato nella sua carriera politica sul fronte anticamorra. Per questo lancia i suoi strali il capogruppo dei 5 Stelle alla Regione, Valeria Ciarambino: “E’ stata imbarazzante e vergognosa la votazione-compromesso, una scelta frutto dell’atteggiamento pilatesco della maggioranza e dell’arroganza dell’altra opposizione, che fa da asso pigliatutto di poltrone e non ha nessun interesse reale a combattere la camorra e ad affermare la legalità. Sono arrivati in Commissione – sottolinea Ciarambino – coi giochi già fatti, riunendosi nell’intimo di una stanzetta ovattata dove hanno deciso di eleggere lo statista Carmine Mocerino”.

 Fonte:Lavocedellevoci