Anm, c’è l’intesa: Davigo sarà il presidente

L’ex pm di Mani Pulite sarà al vertice per un anno

davigo piercamillo
di Aaron Pettinari
Dopo mesi di scontri e polemiche l’Anm (Associazione nazionale dei magistrati) scioglie le riserve e sceglie il suo Presidente nella figura del consigliere di Cassazione Piercamillo Davigo. Una nomina a lungo discussa a causa delle tante (troppe) dispute tra correnti che spesso caratterizzano le scelte sia all’interno del sindacato dei giudici, che all’interno del Consiglio superiore della magistratura per l’assegnazione degli incarichi dirigenziali. Poco importa se il 18 marzo scorso lo stesso Davigo, candidato nella lista di Autonomia&Indipendenza (nata da una scissione da Magistratura indipendente, corrente di centrodestra più corportativa dell’Anm), era stato il più votato con ben 1041 preferenze.
Un risultato che alla vigilia appariva imprevedibile, non tanto per il successo personale di Davigo (figura particolarmente nota sia in campo nazionale che internazionale in quanto pm del pool Mani pulite) ma proprio per quella strutturazione della nuova corrente nata appena un anno fa. In questi mesi Davigo ha raccolto consensi tra le toghe italiane (spiccano figure come Marcello Maddalena, Antonio Patrono, Sebastiano Ardita, Alessandro Pepe, Fausto Cardella, Ignazio De Francisci, Aldo Morgigni, ndr) partecipando a numerosi incontri ed avviando un confronto su “temi caldi” come quello dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura dalla politica ed il collateralismo.
Di fatto ha dato voce a quel malumore crescente dei magistrati che, da quando Renzi è al governo, si sentono al centro del mirino. Basti pensare alla nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati che mina alla base proprio il concetto di autonomia ed indipendenza della magistratura.
Adesso, il prossimo 9 aprile, ci sarà la prima riunione del comitato direttivo centrale dell’Anm, eletto dopo il voto del 6, 7 e 8 marzo, e si procederà alla nomina del nuovo presidente, del segretario e degli altri componenti della Giunta esecutiva.
Nelle votazioni dello scorso 18 marzo Davigo era immediatamente seguito dal pm di Roma, Francesco Minisci (Unicost, 896 voti), il pm di Santa Maria Capua Vetere Giuliano Caputo (Unicost, 797 voti), il giudice del tribunale di Roma Corrado Cartoni (Magistratura Indipendente, 763 voti), il consigliere della Corte d’appello di Catanzaro Antonio Saraco (Unicost, 727 preferenze), il giudice di Catania Daniela Monaco Crea (Unicost, 620 voti), il giudice di Genova Pasquale Grasso (MI, 580 voti), il giudice di Napoli Rossella Marro (Unicost, 566 voti), il giudice di Roma Bianca Ferramosca (Unicost, 559 voti) e il consigliere della Corte d’appello di Reggio Calabria Tommasina Cotroneo (Unicost, 545).
Nelle scorse settimane si era parlato molto delle manovre interne alla magistratura per evitare comunque l’elezione di Davigo a presidente dell’Anm. Le correnti tradizionali (Area, Unicost ed Mi), dopo aver subito il colpo ed aver fatto resistenza, hanno cercato una nuova mediazione. Secondo quanto scrive oggi “La Repubblica”, infatti, sarà proprio l’ex pm di Mani Pulite ad essere eletto al vertice del sindacato ed il suo mandato avrà la durata di un anno.
La logica messa in campo è quella della “turnazione” delle presidenze così come avveniva prima del lungo periodo di scontri con l’ex premier Silvio Berlusconi. Negli ultimi tempi, infatti, ci sono stati ben 8 anni di presidneza Unicost, prima con Luca Palamara, segretario il pm di Roma Giuseppe Cascini, e poi con Sabelli. Salvo sorprese, dunque, Davigo (che il Csm sta per nominare come presidente di una delle sezioni della Cassazione) dovrebbe salire al vertice del sindacato dei giudici.

Fonte:Antimafiaduemila