Agricoltura biodinamica, chiave di volta per salvaguardare ambiente e paesaggio

Convegno all’università Bocconi “Per l’economia della Terra”

Biodinamica

Il convegno “Per l’economia della Terra. La nostra casa comune”, organizzato dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, che comincia oggi a Milano all’Università Bocconi e termina domani al Teatro Parenti, parte dall’idea di «Un’economia e una cultura basate non sul degrado e sullo spreco delle risorse ma sulla protezione di suolo, acqua, aria. È questa la sfida del nuovo millennio, cui non partecipano più solo i movimenti ambientalisti ma tutti cittadini: una sfida che da pochi mesi è stata rilanciata da Papa Francesco e raccolta dalla maggioranza dei paesi del mondo al summit dell’Onu sul clima di Parigi. E che oggi si declina fortemente anche in termini agricoli: nel suolo è presente più della metà di tutta la sostanza organica esistente sulla terra, oltre 300 miliardi di tonnellate secondo le stime degli studiosi. Cioè significa che avvengono più processi vitali nelle prime decine di centimetri di suolo sotto terra che in tutto il globo: è evidente che proteggere, conservare e curare il suolo è uno dei compiti primari dei prossimi decenni».

La discussione su come l’agricoltura sostenibile ed ecologica, e in modo particolare quella biodinamica, riesca nell’obiettivo di salvare la terra fertile (e quindi anche il cibo per tutti) è stata l’occasione per chiamare a confronto tutti gli attori in questo settore strategico per l’Italia: imprenditori, agricoltori biologici e biodinamici, ricercatori, uomini e donne di cultura e di fede, a cominciare da Vytenis Andriukaitis, Commissario Ue alla sicurezza alimentare; il cardinale  Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali; Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica; Bruno Pavesi, Consigliere delegato dell’Università Bocconi; Michele Candotti, capo gabinetto UNEP, il programma ambiente delle Nazioni Unite; Nadia Scialabba, Programma Agricoltura Biologica della FAO; Salvatore Veca, Presidente Onorario Fondazione Feltrinelli; Fabio Brescacin, Presidente EcorNaturaSì; Roberto Orlandini, direttore Dynamo Camp.

Domani al Teatro Parenti si avvicenderanno tra gli altri Andrea Olivero, Viceministro Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI Fondo Ambiente Italiano; Marco Magnifico, vicepresidente FAI Fondo Ambiente Italiano; Paolo Carnemolla, Presidente Federbio, Mauro Agnoletti, Professore Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Agraria; Stefano Riva, Amministratore Delegato Weleda Italia. Il principe Carlo di Inghilterra ha inviato un videomessaggio

L’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica evidenzia che «Il degrado ambientale è responsabile di almeno un quarto del carico globale di malattie che colpiscono attualmente l’umanità» e, secondo i dati Unep che verranno resi noti durante il convegno ha un impatto anche economico importante: «I costi dei rischi per la salute connessi al degrado ambientale si stimano dall’1,2% al 9% del Pil mondiale e sono da 10 a 30 volte superiori ai costi della prevenzione. Mentre un ambiente sano produce molteplici vantaggi, soprattutto in termini di salute e benessere».

Secondo Triarico, «L’agricoltura ecologica è uno dei più potenti strumenti per sanare gli squilibri ecologici ed è allo stesso tempo lo strumento per produrre innovazione, tenuta sociale e salute per l’uomo. La biodinamica è un pezzo importante di questo processo, anche grazie alle piccole e grandi aziende che hanno intrapreso un nuovo modello agricolo capace di aprire nuovi orizzonti anche sul piano dell’economia. Gli oltre 4.500 agricoltori italiani che coltivano utilizzando questo metodo vicino alla natura e allo stesso tempo assolutamente innovativo sono anche un segnale di interesse per nuove forma di partecipazione sociale: molte di queste imprese utilizzano forme di cooperazione e di nuova aggregazione sociale».

Il 2015 è stato l’anno più caldo della storia e l’inverno che stiamo vivendo sarà ricordato come quello senza freddo e senza pioggia: dicembre sono cadute il 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media stagionale e a gennaio i millimetri di pioggia sono stati gli stessi di quelli di agosto. «Un’anomalia climatica che purtroppo sta diventando una norma e che pesa in modo insostenibile sull’agricoltura e sulle rese dei terreni agricoli – è stato detto al convegno – Ma dal biodinamico arriva un potenziale antidoto alla siccità e all’intensificarsi di eventi climatici estremi: secondo i dati elaborati dallAssociazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica, da uno studio dell’Università di Sydney in Australia e dell’Istituto svizzero FIBL, «i terreni coltivati con l’agricoltura biodinamica, rispetto a quelli coltivati con i metodi tradizionali, sono infatti in grado di trattenere mediamente il 55% in più di acqua. Una straordinaria proprietà che dipende dalla ricchezza (fino al +70%) di humus, la preziosa componente organica del suolo, capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso. Insomma l’humus si comporta come una vera e propria spugna naturale che impregnandosi trattiene l’acqua più a lungo nel suolo ed evita – come avviene nei campi convenzionali – il compattamento dei terreni. Una caratteristica non da poco che riduce anche i consumi idrici e rende i suoli più resistenti all’erosione e al dilavamento».

L’agricoltura biodinamica, dunque, non solo produce cibi più sani, ma sempre più si conferma un metodo di coltivazione strategico per far fronte al clima che cambia: è notizia di qualche tempo fa che un numero crescente di coltivatori di ortaggi californiani sia passato a questo metodo agricolo per far fronte alle terribili siccità che hanno interessato la California negli ultimi anni. Gli studi hanno dimostrato, inoltre, che gli appezzamenti biodinamici diventano naturalmente più fertili e resistenti, perché ospitando una maggiore varietà di piante e animali e microorganismi che rendono l’ecosistema più forte, affrontano meglio le situazioni di disturbo e di stress come appunto gli effetti del climate change.

Gli imprenditori del settore intervenuti alla conferenza di Milano dicono che il biodinamico è in forte crescita: «oltre a rappresentare alcune delle aziende più grandi dell’intero comparto biologico, è diffuso in maniera uniforme nel Paese. I suoi fatturati seguono quelli in forte aumento del settore bio (+17% nel 2014 rispetto l’anno precedente) ma si prevede una crescita complessiva molto importante nei prossimi anni».

Molti degli interventi hanno sottolineato che l’agricoltura biodinamica è essenziale per la salvaguardia delle fertilità e della salute del suolo, così come dell’alimentazione e della salute umana e animale, ma anche bellezza e protezione del paesaggio italiano: «L’agricoltura biodinamica può essere la chiave di volta per un grande progetto di restauro del paesaggio agrario italiano, oggi diviso tra cementificazione, industrializzazione dei campi e incuria totale».

Agnoletti, della facoltà di Agraria di Firenze, dice che «L’abbandono delle terre coltivate nel nostro Paese procede alla velocità di 100mila ettari l’anno, con la trasformazione dei campi in boscaglia che avanza ogni anno su circa 70mila ettari. Un segnale – quello del progressivo ritorno alla “selva selvaggia” – che non è complessivamente positivo neanche in termini ambientali, oltre che culturali ed economici. E l’agricoltura biodinamica si candida per essere protagonista d’elezione di una grande operazione di restauro e di ritorno alla bellezza tradizionale del paesaggio italiano».

fonte: greenreport.it